Ecco le parole dell'allenatore.
«Siamo consapevoli che domani non sarà facile. L’AZ Alkmaar è una squadra ben organizzata con giocatori giovani e interessanti. A Napoli non ha giocato il suo calcio perché veniva dal Covid, ha saputo difendere, ci hanno sorpreso, abbiamo tenuto il possesso ma in modo lento. Dalla sfida contro di noi in campionato non ha più perso, ha sempre fatto risultato, se gli dai campo ti fa male. L'AZ in Olanda fa un calcio diverso, aperto, terzini che spingono, ampiezza, in Europa sono più difensivi ma ha giovani che avranno grande futuro. Ci vuole una gara di livello, di rispetto. Per vincere domani abbiamo bisogno di un grande Napoli. Nella gara di andata abbiamo girato la palla troppo lentamente e abbiamo avuto difficoltà nel trovare gli spazi giusti».
Questione modulo. «Io ho sempre fatto il 4-3-3, è il mio modulo. Col 4-2-3-1 ho fatto 4-5 partite. Non è una questione di modulo, di numeri: i giocatori forti bisogna farli giocare ma se non ci mettiamo in testa che serve una corsa in più qualcuno deve restare fuori. Non è un problema di modulo, ma di voler far fatica».
«Turnover ridotto? Vediamo. Col 4-3-3 ho solo Elmas per fare la mezzala oltre Fabian Ruiz e Zielinski, poi gli altri Baka, Lobotka e Demme sono vertici bassi».
«I napoletani hanno avuto una fortuna incredibile: vedere dal vivo Diego. Io avevo 10 anni, mi padre dalla Calabria me l'aveva promesso ma non c'erano mai biglietti e non mi ha mai portato. Io ho esordito nel 95, non ho potuto incontrarlo, Diego ha vinto trofei ma ha cambiato la storia del calcio in Italia, lo Scudetto si giocava solo a Milano e Torino ed una squadra piccola come il Napoli in quel momento è riuscita a vincere in Italia e Europa. Se chiedi ad un napoletano chi è più famoso tra Maradona e San Gennaro, l'80% ti dice Maradona».
Su Mertense e Osimhen. «Mi scoccia l'assenza di Osimhen, e mi dà fastidio anche vederlo arrabbiato, la sta vivendo male. Dobbiamo essere bravi noi a farlo sentire tranquillo, speriamo guarisca in fretta. Mertens invece sta sbagliando tecnicamente, ma fisicamente rincorre, aiuta i compagni, lui lo sa che sta sbagliando qualcosa ma è fondamentale per noi per lo spirito».