Premettiamo una cosa con forza: anche noi abbiamo criticato ADL ritenendo le sue uscite un atto di incoscienza. Certe cose non si devono dire, perché si rischia di mettere in moto qualche cervello bacato ispirandone la violenza.
Fatta la premessa, andiamo a vedere le argomentazioni dell'Unione Stampa Sportiva che non ci convincono. Scrivono di una «sceneggiata di cui si è reso protagonista De Laurentiis» e di rapporti «tra società di calcio e giornalisti da tempo in via di rapido deterioramento». Fin qui tutto giusto. Ma a nessuno viene in mente di chiedersi come mai questi rapporti siano in via di deterioramento? E' da sciocchi pensare che le colpe stiano tutte dalla stessa parte, manca autocritica.
Tutto bello.
Ma ci chiediamo: perché questa stessa critica non viene autorivolta alla categoria (alla quale anche noi apparteniamo)? Perché un giornalista può spingersi fino al limite della diffamazione (e anche oltre, visto che sono spesso partiti anche gli insulti verso tesserati) mentre un addetto ai lavori no?
Perché un collega può liberamente spiattellare la vita privata di un giocatore, evidenziandone spesso artatamente i difetti e i viziucci al solo scopo di metterlo in cattiva luce e creare un nesso causale con prestazioni poco brillanti? Non si rischia anche in quel caso di mettere in pericolo l'incolumità del giocatore? E l'Ussi che fa? Nulla.
Non facciamo le verginelle: spesso sentiamo dei colleghi "farla fuori dal vasino", ma l'USSI non si muove mica per andarlo a sanzionare. Ma se il destinatario di un attacco è un quotidiano, ecco che si parte con la difesa a spada tratta. Attacchi ianccettabili e bla bla bla.
Prendiamo un caso concreto. Nel comunicato USSI si legge: «Non si può e non si deve fare riferimento a un concetto insostenibile: “I giornali del Nord odiano il Sudâ€Â».
Ci chiediamo allora dove stesse guardando l'USSI appena pochi giorni fa, quando su Tuttosport si leggeva questo titolo (la prima la vedete qui sotto): "L'odio nella patria di Totò"?
Perché non c'è stato un comunicato di dissenso? Perché non hanno criticato anche quel titolo che fa riferimento a un concetto così insostenibile come l'odio?