Attenuanti? Quante ne vuoi, ma soprattutto bisogna sottolinearne una: giocando ogni 3 giorni non puoi certo correre sempre come un matto, e quando sei avanti è bene non spingere troppo e badare al sodo.
Il Napoli l'ha fatto.
Mettiamola così: vogliamo vedere a tutti i costi solo la metà mezza piena del bicchiere.
NAPOLI (4-3-3): Ospina; Di Lorenzo, Manolas, Koulibaly, Mario Rui; Elmas, Demme, Zielinski; Lozano, Petagna, Insigne
PARMA (4-3-3): Sepe; Conti, Pezzella, Osorio, Gagliolo; Grassi, Brugman, Kurtic; Kucka, Cornelius, Gervinho
Gattuso oltre a Fabian Ruiz (Covid) deve rinunciare di nuovo a Mertens, che è tornato in Belgio per un riacutizzarsi del problema alla caviglia. Con Osimhen in panchina, è ancora titolare Petagna però a mezzo servizio.
Novità importante a centrocampo, con la conferma di Elmas e la seconda esclusione di Bakayoko, che stavolta ha tutto il sapore della bocciatura punitiva per il pessimo atteggiamento visto a Verona.
Questa scelta di Gattuso, come vedremo, si rivelerà felice due volte nel primo tempo.
La prima dopo 4 minuti, perché su Gervinho lanciato in area va a coprire di corsa proprio Elmas. Ci fosse stato il colosso sonnaccihoso, non avremmo mai visto un recupero così. E sarebbe cambiato tutto.
La seconda al 32', perché dopo aver ricevuto tra le linee da Demme, Elmas va via da solo e sceglie la strada più complicata - ossia dribblarli tutti - ma lo fa bene e fa benissimo anche il tiro, che spiazza Sepe per l'1-0.
Al di là del cambio di uomini, quel che conta davvero è il cambio di atteggiamento tattico.
Il Napoli si schiera con il 4-3-3, con Elmas, Demme e Zielinski in linea ma pronti ad alzarsi per portare il pressing a seconda di dove si trova il portatore di palla avversario.
Così siamo molto più solidi, tant'è che il Parma non tira mai verso Ospina.
Quando agiamo a destra con Di Lorenzo Elmas, Lozano, qualcosa la combiniamo.
Dall'altro lato siamo invece nulli, perché Mario Rui ogni volta che riceve palla la stoppa, si guarda attorno e scegli sempre due soluzioni: il passaggio a due metri che "scarica" il problema sul compagno vicino, oppure il complicatissimo lancio lungolinea. Morale della favola: perdiamo palla 9 volte su 10 (e Insigne si innervosisce).
Oltre al gol tiriamo due volte, solo una in porta, con Insigne all'8', ma è una telefonata per Sepe.
La seconda volta che tiriamo è al 43', quando Petagna crossa in mezzo per Lozano - un pallone scomodo - che devia come può e manda di poco alto.
Nella ripresa molto meglio il Parma, anche perché noi stiamo tutti dietro e non ripartiamo mai, la buttiamo solo avanti.
Insomma, è la fotocopia di quanto visto con lo Spezia.
Al 7' Cornelius sfrutta un buco di Koulibaly per entrare in area ma tira fuori.
Al 17' Demme perde un pallone sanguinoso, Gervinho serve Brugman che segna, ma in netto offside.
Gattuso a quel punto cambia (62'). Dentro Politano per Petagna, con Lozano centrale.
Poco dopo Bakayoko per Zielinski (69'). Ma il copione non cambia, e l'unico acuto è ancora sull'asse Demme-Elmas, col macedone che tira e il pallone deviato finisce fuori.
Subito dopo Gattuso lo toglie assieme a Mario Rui, e mette Maksimovic e Hysaj.
Si passa a un inedito 4-5-1.
Al 81' Politano ci toglie le castagne dal fuoco. Dopo uno spunto di Lozano, la palla viene deviata al limite e diventa preda dell'esterno azzurro che subito tira, Osorio tocca e manda fuori causa Sepe, 2-0.
La partita praticamente finisce qui, anche se il Napoli potrebbe fare tris almeno altre tre volte. In un caso (87'), Insigne centra il palo.