Mentalità . «Quest'anno sono successi degli eventi che potevano buttarci giù. Invece non è stato così. Questo vuol dire che siamo cresciuti a livello di mentalità . Se certe cose ci fosse successe l'anno scorso sarebbe stato molto più difficile metterci una pezza. Adesso è chiaro che questa squadra non ha più il 30% di margini miglioramento, ma molto meno: adesso dobbiamo crescere nei piccoli particolari, che poi fanno la differenza. Se il gruppo ha la testa per farlo possiamo migliorare quello che ci resta. E questo vuol dire arrivare a fare 90 punti, partendo dagli 80 che già sono stati fatti».
Si parla di attaccanti. «L'esplosione di Mertens non so quanti meriti mi porti, è stata una cosa capitata in un momento di necessità dopo l'infortunio di Milik. E' venuto fuori che può fare anche l'attaccante centrale e lo può fare con efficacia e ad alto livello. Quindi c'è molta casualità ».
«Pavoletti? Lui dovrà abituarsi alla squadra, e allo stesso tempo la squadra si dovrà abituare a lui. Ha fatto una stagione travagliata, sta crescendo di condizione».
«Hysaj? Se c'è stato un calo è perché quando si arriva a certi livelli è difficile ripetersi. Lui ha avuto mesi molto intensi tra Champions ed Europei, ha subito momenti di stress e tensione diverso rispetto agli anni scorsi e probabilmente l'ha pagato. Vedremo se il prossimo anno si stabilizzerà . Ci scordiamo sempre che ha 22 anni».
«La Champions? Adesso non mi interessa più e non la guardo, visto che non partecipo più. Non mi interessa cosa faranno gli altri o cosa farà il Real Madrid. Che vincano o meno, non cambia nulla sulla considerazione della mia squadra. Noi siamo usciti facendo due partite contro i campioni d'Europa e del mondo».
Sui tifosi azzurri: «Mi piace il fatto che non hanno la presunzione di pensare che devono vincere sempre, però avrebbero bisogno di vincere per duemila motivi che non si legano al calcio. Questa cosa mi affascina e mi piace».