Si capisce subito che la partita con l'Austria è rognosa anche di più di come era stata presentata. Loro corrono e mettono sempre la gamba, fin troppo talvolta. Ma soprattutto sono molto organizzati e raddoppiano in ogni zona del campo, finendo per soffocare il nostro gioco.
Noi, dopo un avvio più guardingo, prendiamo piano piano campo e a sprazzi li chiudiamo nella loro area. Ma a parte un tiro di Immobile che centra il palo, non produciamo granché.
Prima Alaba sfiora la traversa su punizione dal limite, poi Sabitzer lambisce il palo con un tiro deviato da Bonucci.
Siamo alle corde e al 65' l'Austria passa: su un cross in area, Alaba sale più in alto di Di Lorenzo e fa sponda in mezzo, Arnautovic a un passo dalla porta insacca di testa. Ma il VAR ci fa esultare un minuto dopo, perché evidenzia un fuorigioco di centimetri. Niente gol.
Mancini cambia (68'), inserendo Pessina e Locatelli per Verratti e Barella.
Al 74' il VAR deve entrare in scena di nuovo, su un contratto Pessina-Lainer nella nostra area. Anche stavolta, dopo un po' di patimenti, abbiamo ragione noi e si gioca.
Mancini cambia all'83' i partner di Insigne: fuori Immobile e Berardi, dentro Belotti e Chiesa.
Chiudiamo i tempi regolamentari in crescendo, ma senza incidere.
Si va all'overtime.
Trenta secondi dopo però ecco il raddoppio, firmato da un altro subentrato ovvero Pessina, su assist di Acerbi, 2-0.
In avvio di secondo supplementare la manona di Donnarumma evita il 2-1 di Schaub.
Subito dopo esce Insigne, per Cristante.
Al 107' Di Lorenzo si inventa un impressionante coast to coast dalla nostra tre quarti fino all'area avversaria, poi manda alto.
L'Austria mette tutti gli spilungoni che ha e butta palla dentro.
La tattica frutta, perché al 114' finisce la lunghissima imbattibilità della porta azzurra (nuovo record): calcio d'angolo un intervento in tuffo di Kalajdzic beffa Donnarumma sul primo palo.
Sofferenza pura.
L'Italia sfiora il 3-1 con Chiesa al 118' in un finale di sofferenza pura, poi può esplodere la festa.