A margine della presentazione di una mostra su Diego Armando Maradona, ha parlato anche il presidente Aurelio De Laurentiis.
«Insigne è un prodotto del vivaio del Napoli, lo scovò Santoro - che ora è tornato con noi - tanti anni fa. Santoro è un napoletano che conosce il territorio. Il rinnovo dipende da Insigne, se mi dice che si è stancato, che non vuole relegarsi qui e preferisce girare l'Europa, sarà una sua decisione e non certo nostra».
Sul club. «Quando sono arrivato fu per caso, perché tornavo da Los Angeles e stetti a Capri per una decina di giorni... Lì mi dissero che il Napoli era fallito, e contro il parere della mia famiglia ho provato a prendere questo pezzo di carta, credo per 37 milioni... Non avevamo nulla, e quando giocammo la serie C andavamo sui campi di patate, ci chiudevamo negli spogliatoi, le squadre avversarie volevano quasi ammazzarci. Di tempo ne è passato, 18 anni, pentimento nessuno, i tifosi napoletani sono unici e aver vissuto il ricordo di Maradona, conoscendolo già da prima per un film con lui che interpretava se stesso, è stata una grossa esperienza fino al giorno in cui purtroppo è mancato. Dovevamo incontrarci, stiamo proprio mettendo a punto una serie sulla storia del Napoli».
Riunione di Lega.
«Siamo un Paese diviso. Ci ha uniti soltanto il Covid e adesso la Nazionale. Adesso a Milano avremo una riunione molto importante perché riaprire solo il 25% negli stadi è una fregnaccia... Io dico di aprire al 100% a chi ha il passaporto vaccinale, sarà uno stimolo anche per gli ignorantoni che non si vaccinano».
Sulla semifinale dell'Italia.
«Bisogna andare a fronte alta, senza paura, ho visto la Spagna traballante, non ha mica vinto ad occhi chiusi. L'importante è essere sfrontati, se fai sentire la tua paura allora gli altri se ne accorgono».