Il debutto con Ancelotti. "Mi convocò per il ritiro e durante gli allenamenti veniva da me, scherzava e mi dava qualche consiglio tecnico. Per un giovane è il massimo. Trasmetteva calma a tutta la squadra".
Poi Spalletti. "A lui piace scherzare con i calciatori, ma poi in un attimo diventa serio se non apprezza qualcosa. È un perfezionista, se qualcosa non viene bene la ripete fino a che non viene fatta nel migliore dei modi. Ha una conoscenza tattica impressionante: basta vedere i calci piazzati durante le partite. Viene messa un sacco di enfasi e di attenzione su questo aspetto, e stanno arrivando dei gol. Spalletti inoltre punta sui passaggi no-look, vorrebbe che i giocatori guardassero a destra e passassero a sinistra: tanti suoi consigli stanno funzionando perchè stiamo vincendo molte partite".
Il ballottaggio Ospina-Meret. "Sono sullo stesso livello, forse Ospina ha più esperienza. Meret sulla linea di porta ha qualcosa in più, Ospina si muove meglio e forse legge meglio la partita. E poi c’è un’altra questione: Ospina gioca meglio con i piedi, Spalletti lo tratta come se fosse un metronomo e non come se fosse un portiere, dice di non aver paura a giocare con lui. Comunque giocare con i piedi è un aspetto in cui so di dover migliorare".
Il futuro. “Non ci penso molto, per ora mi concentro sul lavorare ogni giorno con la prima squadra, guardando Ospina e Meret, e giocare i match della Primaveraâ€
"A livello personale invece mi piacerebbe costruire una famiglia in futuro, aiutare i miei cari grazie al mio lavoro da calciatore. Non sono cresciuto in condizioni disagiate, ma vorrei ripagare i sacrifici fatti da mamma e papà . E calcisticamente mi piacerebbe giocare un giorno la Champions League oppure con la Nazionale. Ogni tanto mi guardo allo specchio e mi dico: Hubert, devi dare il tuo meglio".
Con Zielinski e Milik. "Abbiamo subito avuto un bel rapporto, ma in generale nessuno mi ha mai fatto sentire a disagio, non c’è altezzosità nello spogliatoio del Napoli. Arek e Piotr mi hanno aiutato molto, il primo mi ha aiutato pagando un insegnante di italiano, ma col secondo ho passato più tempo e posso dire che lui ha una professionalità al 100%. Anche se non giocava mai lui veniva al centro sportivo, sorrideva e si allenava al massimo dell’impegno".
Su Osimhen. "Lo definirei un cinghiale... è molto tosto, velocissimo, con un tiro potente e con una progressione palla al piede ottima. Si nota che ha ancora margini di miglioramento, ma può diventare l’attaccante più forte del mondo e ha solo 22 anni".
Su Anguissa. "Pensavo che fosse più un mediano difensivo, e invece al primo allenamento già giocava la palla con facilità . Non sente la pressione, ha una grande tecnica. E grazie a lui Fabian si esprime meglio ed è diventato uno dei leader in campo".