Attacco e rotazioni. "Si va in campo in undici ma le rose sono di 24-25 giocatori. Ci sono posizioni in cui magari è importante avere questi cambi, la possibilità di nuove risorse: senza Raspadori e Simeone, mancando Osimhen, sarebbe stata dura portare a casa tante partite. Valutiamo di volta in volta e teniamo conto della forza dei calciatori. In questo momento Zanoli non può fare il Di Lorenzo, ma ci sono altre situazioni dove possiamo cambiare giocatori alla pari per esperienza. Si cerca di fare tutto abbastanza correttamente, senza andare a fare troppi calcoli, guardando l'atteggiamento corretto dei calciatori e poi si scegliere. Lì davanti non è un problema, è una risorsa: tutti gli allenatori cambiano i tre davanti, eccetto quelli più difficili da sostituire perchè hanno più qualità degli altri".
Su Simeone. "Un grande dispiacere non poterlo far giocare con l'Ajax, se lo meritava per il contributo che ci ha dato: è uno spettacolo vederlo allenarsi il giorno dopo, è facile allenare se si ha a che fare con giocatori con questa mentalità e disponibilità . Così si vincono più partite".
Assenze di Anguissa e Rrahmani. "Abbiamo quattro calciatori forti nei due centrali, ho scelto Juan Jesus e non Ostigard perchè a Cremona avevano iniziato a gettare la palla dentro l'area con due attaccanti fisici: Leo è uno dei più forti che abbia mai allenato, di testa sulla palla lanciata. Contro l'Ajax c'era un piccolino da andare a prendere, giocando a palla bassa contro Kudus che era molto veloce. Juan Jesus era più adatto a coprire questa fase di gioco e di sviluppo nella partita. Sono caratteristiche, se ci sarà bisogno di uno o di un altro. A centrocampo c'è bisogno di un po' di forza, Ndombele si avvicina alle caratteristiche di Anguissa".
Demme. "Sta benissimo, ha recuperato in pieno e meno male: con le cose che succedono, siamo contenti di averlo recuperato".
Napoli squadra da battere. "Il calcolo lo facciamo su noi stessi, ci chiediamo noi quanto siamo forti: è lì la cosa stimolante per essere poi pronti in base a chi ci passa davanti. La consapevolezza di avere una base, un coraggio da esibire di partita in partita, poi si vede se gli altri saranno all'altezza o superiori. Si valuta basandoci su cosa siamo noi stessi".
Si può giocare meglio di così? "Sì, perchè delle cose le abbiamo sbagliate contro l'Ajax. Se si pensa che non si possa giocare meglio, siamo travolti dall'euforia dell'aver toccato il massimo. Abbiamo raggiunto grandi risultati finora, ma in campionato sono tutte lì in pochi punti: è la classifica a tenerci con i piedi per terra, e poi il fatto che ci siano sempre cose da migliorare e da rendere disponibili alla passione dei nostri tifosi".
Dove si può arrivare? "Non si sa dove si arriva, colui che conosce il proprio obiettivo si sente più forte e più sereno. Il nostro obiettivo è vincere le partite, ne abbiamo vinte diverse e questa cosa ci dà autostima e tranquillità , essere preparati in maniera corretta per la partita successiva: è da lì che però si deve passare per capire dove si può arrivare. Ogni partita ci darà risposte, difficile prevederlo ora".
Felicità nascosta. "Sognavamo da inizio anno lo stadio pieno e rivedere il Maradona festante come con l'Ajax. Ti fa piacere, vedi che il tuo lavoro per dare gioia a chi ama il Napoli è stato realizzato. Però finisce lì, dopo la partita. Perchè poi diventa un carico per rifarlo la volta successiva, le aspettative crescono ogni volta che vinci, e devi farlo sempre per arrivare a dare emozioni sempre più forti. Da una parte sei felice, dall'altra consapevole che la volta dopo devi aggiungere qualcosa per rivederli altrettanto felici".
La qualità più importante del Napoli oggi? "La voglia di contagiarsi dalla forza dei compagni, e di mettere rincorse per venire ad aiutare la linea difensiva. Ho visto robe bellissime con l'Ajax, sarebbe bello sentirsi così dentro quell'atteggiamento da non poterne fare a meno: è quello che dà forza al gruppo, e tutti vogliamo mettere qualcosa di più per contagiare il compagno affianco".
Krol. "Per quelli della mia età è emozione pura incontrarlo, ce lo ricordiamo con una personalità enorme entrare nella trequarti avversaria. Faceva ai suoi tempi ciò che si chiede adesso ai centrali difensivi, il lancio da un'area all'altra. È bastato vederlo per trasferirci delle emozioni".
Su Zielinski. "Lo scorso anno ha fatto un campionato sottolivello, lo sa lui stesso. Poi c'è un pubblico ed una qualità di osservatori che dicono la stessa cosa: ha grandi capacità e mezzi per essere un top. In questo caso c'era solo da aspettare che non continuasse a subire queste partite, ma a farle. Quest'anno le sta facendo, quando c'è la disponibilità e c'è mancanza di presunzione è facile poi andare a ritrovare il meglio delle potenzialità di qualcuno. Il problema è chi gioca sottolivello e ti guarda come se fosse il salvatore della patria, Piotr ha capito di esser stato sottolivello e ha ritrovato il suo livello".
Scetticismo degli opinionisti su Spalletti: "Spesso si va dietro a tante cose, non dovete fare confusione tra il mio carattere ed il mio atteggiamento. Uno dipende da me, uno dipende dagli altri. Il mio carattere è altro, si continua a dire che faccio casino tanto per dire un brodino riscaldato dopo situazioni che ho messo a posto e che non ho determinato. Il mio carattere è normalissimo, io mi trovo a mio agio perfettamente. Se uno lo trova scomodo, l'atteggiamento è una cosa diversa e dipende da ciò che mi viene fatto e detto: è una risposta in base a quello che ricevo".
Futuro. "La risposta è sempre la stessa, si valuta un anno per volta perchè è corretto così".Â