Sia per le voragini finanziarie che si erano aperte nel club di famiglia da alcuni anni (800 milioni cash iniettati nel club in pochi anni e andati in fumo), sia per le figuracce relative al caso Suarez e Superlega.
Del resto degli uomini che finora hanno governato la Juve non solo non si fidava più nessuno (soprattutto gli azionisti), ma soprattutto incombe su di loro la magistratura e una probabile raffica di rinvii a giudizio.
In una situazione in cui è vietato sbagliare pure le virgole, le loro teste erano le prime a dover cadere.
Le ultime inchieste giudiziarie hanno fatto saltare il banco. Il coinvolgimento nell'indagine Prisma con l'accusa di falso in bilancio, con tanto di contestazioni della Consob che hanno costretto la società a rivedere il progetto di bilancio facendo slittare due volte l'assemblea degli azionisti, hanno portato al baratro.
Altro che gestione virtuosa, come ribadivano dalla Continassa.