"Il primo ricordo che ho quando sono arrivato a Napoli? Le strade strette (ride, ndr). Subito sono andato a mangiare una pizza. Napoli e Skopje sono molto diverse tra loro. Skopje è una città bellissima ma non c’è moltissimo, a Napoli c’è tutto e poi hai il mare. La cosa di Napoli a cui non posso proprio rinunciare? La pizza, non si batte. Da calciatore posso mangiarne tanta. Ma anche sushi, mangio 70 gamberi croccanti".
"Qualcosa in cui sono napoletano? Forse nel gesticolare, ma quello fa parte di un po’ tutti gli italiani. Il caffè di Tommaso Starace è il numero 1 al mondo, mai assaggiato così. I miei amici al Napoli? Lo sono tutti, davvero vado d’accordo con tutti".
Su Spalletti: "Ha costruito un gruppo bellissimo. Ci ha fatto giocare più di squadra, mi ha fatto crescere anche più velocemente e mi ha fatto capire meglio il calcio. Quando giochi così è divertentissimo, ma questa è una squadra composta da tutti grandi calciatori. Tutti, non solo i titolari. In allenamento vi assicuro che il pallone viaggia velocissimo".
"Chi è il nostro Alessandro magno, il condottiero? Direi mister Spalletti in campo, poi nello spogliatoio capitan Di Lorenzo".
Sullo spogliatoio: "Avere tanti giocatori di nazionalità diverse è una cosa positiva? Dipende, non dalla nazionalità , ma da che tipo di uomo sei, da come sei cresciuto, dal carattere. Quest’anno gira tutto per il meglio. Anche negli scorsi c’era un bellissimo gruppo, ma non come quest’anno: non girava questa fortuna. C’è fortuna, ma anche noi che pedaliamo".
Compagni e dolciumi: chiusura "Kvara è un Èclair (biscotto ricoperto di cioccolato, ndr) perché è buono. Quando pensi a Kvara al Napoli dici è buono. Di Lorenzo è il Baclava, Lobotka è il babà . Kim? Un dolce come lui non si trova… forse il profiteroles".
Ricordi. "Da ragazzino ho fatto tanti sacrifici. Andavo a scuola, poi ritornavo e andavo all’allenamento alla scuola calcio, dopodiché facevo scuola di inglese e poi ancora allenamento ma di Kick Boxing o piscina. Intorno alle 21 di sera andavo poi nella pasticceria di mio padre, la pasticceria “Mandarina†dove aiutavo per la chiusura del locale. Se è per questo Spalletti dice che corro tantissimo? Non mi piace tantissimo correre, ma lo devo fare. Nel calcio di oggi è necessario (ride, ndr).
A tre anni già giocavo a calcio. Facevamo le porte in strada con le scarpe. Ho iniziato a giocare in Primavera a 13 anni, mi allenavo già con la prima squadra. Mentre a 15 anni ero il capitano della squadra B, il debutto in prima squadra è arrivato a 16 anni e 5 giorni. Il mio ruolo era quello del trequartista".
"In Macedonia si guarda tantissimo il calcio italiano. Da piccolo guardavo la Roma di Spalletti, mi piaceva tantissimo Totti. La mia famiglia invece non guarda moltissimo il calcio, hanno sempre lavorato dalle 7 del mattino fino a mezzanotte. Ora la mia famiglia vive in Italia con me".