“C'è un problema tanto vasto quanto semplicissimo: il calcio è una impresa, ma questo in Italia si comprende a metà , e purtroppo così non si va da nessuna parte. Io ho imparato a fare l'imprenditore nel cinema, dove si fa l’imprenditore puro, dove bisogna autofinanziarsi grazie al soddisfacimento delle esigenze del pubblico. Qui in Italia molti vogliono fare presa... invece che impresa".
Il presidente racconta ancora: "Ieri al Coni un signore di Firenze illustrava la facilità di costruire gli stadi... ma non è vero... vicino a me c'era Fenucci del Bologna che mi diceva 'ma cosa sta dicendo?'. Se i Comuni non mettono soldi negli stadi, cedetelo ad un euro alla società che promette di investire tanti milioni. Dagli le autorizzazioni per farlo, e invece poi esce fuori che non si può fare il residenziale. Dieci anni fa andai a vedere lo stadio dell'Arsenal, aveva 250 salottini e chiesi quanti ne avessero venduti: fu una operazione con cui si costruì lo stadio nel centro di Londra e tanti metri quadrati residenziali. Il sindaco di Firenze è nemico del calcio italiano, mi meraviglio perchè è di origini napoletane. Il presidente della Fiorentina Rocco Commisso mi dice che gli impediscono di fare tutto".
La rivelazione. "In Champions League un padre ed un figlio possono avere due squadre, in Italia no: un fondo straniero si muove così, quando un anno fa mi hanno offerto 2,5 miliardi e mezzo per il Napoli mi sono chiesto: ma mi servono? Avrei dovuto comprarmi una squadra in Inghilterra, ma io ho origini napoletane.
Quanto vale il Napoli? È un giocattolo della famiglia De Laurentiis, non vedo motivi per cederlo fin quando non ci stancheremo.
Il Bari? E' destinato ad essere venduto fin quando non cambiamo la legge. Tenerlo in famiglia mi piacerebbe, da uomo del sud. Il sindaco Decaro mi fece una testa così, Luigi era a Londra per un film e mi disse che non gliene fregava nulla: dopo un'ora mi disse che c'aveva pensato ma avrei dovuto lasciarlo fare. L'ho indirizzato per un anno, in Serie D, ed è stato bravissimo ad entrare in un mondo di cui non conosceva nulla. Io ho tre figli: Valentina ed Edo lavorano nel Napoli, Luigi potrebbe farlo. Siamo passati da contenuti filmici alle serie televisive, è un modo di scrivere ed immaginare completamente diverso".
I fondi nel calcio. "Sono una cosa importantissima ma sottraggono la redditività al settore stesso. Sono stato sempre contrario ai fondi perché di calcio non capiscono niente e, essendo un mondo complicato, non è detto che ti assicurino il risultato. Nella nostra Lega mi da fastidio che i manager non sono presenti, non tutti sono come Scaroni che ha una cultura imprenditoriale di razza, ci sono altri che hanno paura di essere eliminati da qualche squalo. Ad Unicredit avevo chiesto d’anticiparci 1 miliardo all’anno, dando come garanzie le revenue. Avevano accettato".
"Vengo sempre accusato di inneggiare ad un modello NBA, ma il gioco del calcio andrebbe rivisitato: c'è un intervallo di 15 minuti, i ragazzi a casa che giocano riprendono la partita dopo il 46'? Io non credo, li stiamo perdendo tutti ma continuiamo a fare la televisione con chi apparteneva al mondo del calcio di 20-30-50 anni fa".