Desiderio legittimo, ma ci domandiamo: a che scopo? Non è infinitamente triste festeggiare un grande evento con pochi intimi in uno stadio vuoto? Per carità , tutti i gusti sono gusti e il desiderio di quei campioni va rispettato. Però almeno bisognava organizzarsi in modo adeguato.
Non chiedere l'autorizzazione formale al Comune per andare allo stadio è un errore che solo il ragionier Filini avrebbe commesso (specie con l'amministrazione attuale, che non brilla certo per efficienza riguardo alle questioni stadio). Inutile poi prendersela a male se i cancelli restano chiusi.
Men che meno ha senso incolpare il Napoli Calcio, che non c'entra davvero una mazza.
Lo stesso assessore Borriello ha ammesso: "A causa di una mancata comunicazione non è stato fatto pervenire il numero di persone che sarebbero poi dovute entrare all'interno dello stadio, per cui si è preferito negare l'autorizzazione". Se poi De Magistris quell'autorizzazione verbale l'aveva data (come sembra), che colpa ne ha De Laurentiis?
Ma il Napoli di fare feste e festicciole - quando mancano 21 giorni alla fine del campionato - giustamente non ci pensa proprio. E forse chi con questa maglia ha vinto uno Scudetto avrebbe dovuto capirlo da solo.
Prendersi oggi gli onori da Sindaco e governatore regionale, aspettando un mesetto per fare festa anche con i tifosi non ci sembra fosse un dramma.
Inoltre ci preme sottolineare alcune cose: il Napoli la festa dello scudetto s'è mosso per organizzarla, e chiaramente ha sondato anzitutto la disponibilità del capitano ne simbolo di quell'impresa, Maradona (Vedi la notizia). Che oggi non c'era.
Se festa deve essere, meglio che ci siano quanti più protagonisti è possibile e non solo pochi (anche se buoni). Meglio farla in uno stadio magari pieno che in un San Paolo desolatamente vuoto di mercoledì pomeriggio. Meglio farla assieme al Napoli di oggi, che da soli in un campetto di Casoria sfidando una rappresentativa di nostri colleghi.