Il presidente Aurelio De Laurentiis ha rilasciato una intervista al Financial Times.
“Per il Napoli ho messo sul tavolo 37 milioni, solo per comprare un pezzo di carta. Così abbiamo iniziato la nuova avventura. Non conoscevo le regole del calcio, per me era un terreno completamente nuovo. Abbiamo avuto successo perché ho iniziato ad applicare al mondo del calcio ciò che ho imparato dal mondo del cinema in molti anni. Il mio obiettivo era vincere, pur rimanendo sostenibile finanziariamente".
"Anche se i tifosi del Napoli si sono indignati quando sono andati via Insigne, Mertens e Koulibaly, sapevo che la loro voglia di vincere ormai era esaurita... non credevo più in loro. Forse mi sbagliavo, ma sono il proprietario e decido io. Poi mi venne chiesto qual'era l'obiettivo di quest'anno, visto che avevo lasciato andare i giocatori più importanti e ingaggiato persone sconosciute. Quando ho risposto che il mio obiettivo è vincere lo scudetto, sembrava che stessi bestemmiando. Ma abbiamo vinto".
"Il calcio italiano non progredisce perché le decisioni non vengono prese in fretta. Quando sei un fondo di investimento, cosa sai della gestione di un calciatore? Il problema è che il calcio è composto da due mondi: è uno sport e un'industria. Se non vinci, ai tifosi non importa se sei bravo col bilancio. Per loro, è meglio che tu fallisca. Ma devi vincere".
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