"Credo di non essere più i grado di portare la felicità che i tifosi azzurri meritano. Mi piace l'idea di diventare cittadino onorario di Napoli. Mi piace l'idea di ritornare in quei luoghi dove sono stato benissimo e ho toccato con mano l'affetto della gente. Ringrazio tutti quelli che ho incontrato in questi due anni indimenticabili. Quando ho capito che avremmo potuto portare a casa qualcosa d’incredibile, ho detto alla squadra che avremmo visto una città esplodere di gioia e mi rendo conto che ho parlato di qualcosa che neanche immaginavo, Napoli va vissuta e non immaginata. Napoli ha fatto vedere che la felicità non ha confini o bandiere. Hanno accolto chiunque avesse voglia di festeggiare con grande altruismo e disponibilità . Ho amici che vorrebbero venire alla festa di domani al Maradona ma non ci sono più biglietti.
Probabilmente sono sempre stato un po’ napoletano. Non voglio che finisca con una divisione, perché c'è stato un trionfo ed è giusto abbracciarsi, dobbiamo evitare quasta logica del "tu o io"".
Chi consiglierebbe come successore? "Non ho possibilità di dare consigli agli altri, se c’è bisogno si chiedono. Non so consigliare chi verrà e neppure chi prendereâ€
Su De Laurentiis. "Io e Aurelio abbiano fatto 4 anni di lavoro in due. Ho imparato ad essere un po' imprenditore grazie a lui e lui ha capito cosa vuol dire essere allenatore anche se di calcio già ne capiva".
Tre cose da portar via da questa avventura: "Un patino, un cavallo perchè mi ricorda i miei calciatori (che hanno trottato, è per la forza che ho avuto) e un crocifisso per la fedeâ€.
Su Kvara. "Fortissimo, era già sulla bocca di tutti prima che rrivasse. Giuntoli me ne parlò, io diedi il mio assenso e la società è stata brava ad investire per prenderlo. Poi il ragazzo ci ha messo del suo, ascoltando e sgranando gli occhietti. Si avvicina a Maradona per le sue giocate e per le sue accelerate da fermo. Ha l’imprevedibilità , ti crea lo sconquasso per la difesa avversaria, calcia di destro, di sinistro, ha fatto gol di testa, ha gambe importanti, sotto il profilo del salto va in cielo, può diventare fortissimo anche di testa. E' un grandissimo campione".
Coppa Italia? "Di rimpianti ce ne sono tanti ma De Laurentiis aveva detto che l'importante era arrivare tra le prime quattro e l'abbiamo preso in parola (ride ndr)".
Il tatuaggio. "Me lo sono fatto per guardarlo e ricordare. Sarà questa la mia cicatrice. Hanno già cominciato ad offendermi in qualche stazione".
"Ringrazio tutti i bambini che mi hanno abbracciato trasmettendomi con la loro passione il loro futuro azzurro".
Spalletti infine ricorda anche Giulia Tramontano, la donna incita uccisa in queste ore, e manda un messaggio: "Chi usa la violenza è un perdente!"