«Ho capito che avremo vinto lo Scudetto dopo il 2-1 con la Roma al Maradona, vinta in prossimità del 90’. Potevamo accontentarci, fare di calcolo, invece abbiamo voluto quei tre punti e ci siamo ritrovati con l’Inter a tredici. Non erano tantissimi, non erano pochissimi, anche se eravamo alla fine di gennaio. Ma quella sera ci siamo impadroniti del nostro destino, abbiamo scavato un fosso dalla seconda e soprattutto abbiamo lanciato un messaggio pure a noi stessi. Non è un caso se poi il distacco si è ingigantito».
Le due date. «11 luglio 2021, finale a Wembley con l’Inghilterra; 4 maggio 2023, Udine, la matematica certezza di aver conquistato il campionato. Le emozioni di quei momenti me le porterò appresso sino alla vecchiaia, rappresentano il completamento di un percorso fantastico, quasi inimmaginabile».
«Campionato o Champions? ...magari non tutti e due? La nostra garanzia è la mentalità , un patrimonio che ci portiamo appresso e che ingigantisce la qualità del gruppo. E allora, confermo: tutti e due. Ce le andremo a giocare, poi si vedrà . E poi, gli effetti di questo trionfo sono qua: Dimaro e Castel di Sangro prese d’assedio; l’allegria dei nostri tifosi che ci coprono del loro amore. Una cosa posso garantirla: di vincere nessuno si è mai stancato, men che meno noi».
La partita che rigiocherebbe «Con il Milan in Champions... non importa se l’andata o il ritorno o tutte e due. Le decisero gli episodi, i dettagli, il caso, anche il momento. Ma fu una delusione. E lo dico con il rispetto che si deve ad un’avversaria di assoluto valore».