"La festa scudetto? Un momento talmente emozionante che in certi attimi provavo a dirmi di godermi ciò che stava succedendo. Vedevo lo stadio, i tifosi, i compagni di squadra, i familiari. L’esibizione di Geolier l’ho ascoltata dagli spogliatoi prima di entrare, sono salito su per guardarlo per godermi l’esibizione. Poi con Liberato eravamo tutti in campo: ho preso una sedia per vedere l’esibizione, è stata magica ed indimenticabile. La ricorderò per sempre, probabilmente più passerà il tempo e più ci renderemo conto di quanto siano stati speciali quei momenti.
"Allo United un anno venne Drake che aveva fatto il primo album: Rio Ferdinand lo portò in gruppo e disse che sarebbe diventato uno dei migliori, lui camminava con la felpa dello United per il centro sportivo e faceva le foto con tutti. I ragazzi lì ascoltavano cose diverse, c’erano tanti africani, o chi arrivava dal Belgio: c’era già chi ascoltava il grime, che qui sarebbe arrivato anni dopo, e io non l’avevo mai ascoltato. Mi si aprì un mondo. La foto con Drake? Non la feci, non so perchè: lo vedevo camminare e mi dicevo che l’avrei fatta dopo, poi non ce l’ho fatta".
Pratica con la musica. "All’Aston Villa mi venne l’idea di provare a fare qualcosa di mio: creavo delle basi, lì un amico mi è venuto a trovare e sapere fare diverse cose, abbiamo messo su un piccolo studio in casa. Tanti mi hanno detto di non provarci, poi mi hanno detto bravo: è chiaro che in Italia c’è tanto pregiudizio su questa cosa, ma l’ho fatto anche per combatterlo. C’è un velo culturale, è come se un atleta di alto livello non possa fare anche della musica, come se determinate passioni venissero viste in maniera negativa. In America è normale che accada, credo che se uno rispetti la propria professione e abbia anche una passione come la musica non ci sia nulla di male".
Napoli e musica. "Qui c'è una cultura musicale fortissima, il mio cantautore preferito è Pino Daniele: ricordo un video quando venne a mancare, e allo stadio misero Napule è, rimasi veramente impressionato perchè fu emozionante. La città è artistica e la musica è presenze: ho stretto amicizia con Geolier ed altri, mi hanno dato il benvenuto ed erano felici che fossi arrivato lì. Già li avevo conosciuti a Milano, poi è normale che oggi ci sia una scena rap fortissima a Napoli".
A fine carriera musica o calcio? "Non credo la musica, ma non so se seguirò la strada del calcio. Ad oggi non mi vedo in questo modo quando smetto, ma ci sarà sicuramente la musica: dopo il calcio è la mia passione più grande, oggi ho una etichetta e aiuto i ragazzi a produrre, se potrò continuerò a farlo".