"Sono emozionato, lo giuro: dopo 23 anni di carriera mi avete fatto emozionare di nuovo. Mi danno del bollito? Se è buono, lo mangio anche io (ride, ndr). Sono talmente esperto che non rispondo a certe sciocchezze".
"Questo Napoli è la squadra più forte che abbia mai allenato, devo stare attento a come parlo perchè sono famoso per lamentarmi: non lo faccio più. Ho dormito 12 ore al giorno, non sono stanco".
"Napoli è casa mia, è venuto il presidente nello spogliatoio e mi ha fatto vedere uno spezzone del film che uscirà : mi sono venuti i brividi, eppure non ne sono stato l'artefice. Se ne sono accorti quelli che c'erano, che avevo i brividi. Che dire di più? Non ho parole, sono entusiasta di essere qui, sapete perchè andai via ma in Toscana i napoletani che ho incontrato si ricordano anche la mia squadra".
"Il gruppo visto da fuori è ottimo... quello che hanno fatto con Spalletti è stato un capolavoro, mi emozionava a vederlo, è stato un qualcosa di bello per tutti gli italiani, un bellissimo calcio, grande organizzazione, un piacere. Quando vedi una squadra così, dopo 23 anni in panchina, speri di allenarla e ringrazio il presidente che mi ha chiamato e penso di allenarli almeno fino a fine anno".
"Sono andato via che avevamo fatto tanto, arrivare secondi ai miei tempi credo sia un merito che mi prendo. Il Napoli di ora, la scalata che ha fatto, è partito con me. Loro sono stati bravi. Il Maradona è uno stadio importante, qui c'è stato Diego: quando arrivano risultati belli Napoli è una grande piazza. E da quando è tornato De Laurentiis, il Napoli è rispettato in tutta Europa".
"Obiettivi? Anche se non ho vinto scudetti ma solo una Coppa Italia dopo tanti anni, ho visto cosa è successo dopo le vittorie con la Juventus. Ai ragazzi ho detto che probabilmente una squadra non abituata a vincere è fisiologico potesse cedere qualcosa: magari inconsciamente i ragazzi possono pensare di essere così forti da non badare al dettaglio. Ho studiato tanto e ho visto che sono cambiate tante cose nel calcio negli ultimi 3-4 anni. Era fisiologico fosse più difficile, sono venuto qui e gli ho accennato per far sì che con la mia esperienza bisogna stare attenti ai pericoli: non bisogna sottovalutare niente, è il mio compito per provarci da qui alla fine".
Il rapporto con De Laurentiis. "Da quando sono andato via poi ci siamo risentiti ed il rapporto è stato talmente bello ed importante al di là che sia ora l'allenatore. Posso dire che ci diamo del tu, abbiamo chiarito quello che dovevamo chiarire ed il rapporto chiedetelo a lui, sarà il primo a dirvelo".
"Come sta la squadra psicologicamente e fisicamente? Sono nato per soffrire (ride, ndr). Oggi ho visto Anguissa per la prima volta, ho parlato con quelli che c'erano quando sono arrivato. Ho fatto ciò che mi ha portato l'esperienza, ho pensato e credo che abbiano capito cosa ho detto ai pochi con cui ho potuto parlare. Sono qui per vigilare sul particolare, mi piace dire così. Ci sarà tempo per stare assieme, piano piano capirò meglio se ciò che ho percepito è la realtà ".
Su Osimhen. "Ho avuto la sensazione di un ragazzo stupendo, me lo sono visto arrivare in panchina: è un ragazzo solare, si vede che è un generoso al di là del successo personale. Gli piace vincere con la squadra, se c'è da correre e da fare qualcosa in più, è il primo a farlo. Sono contento stia rientrando, sarò più preciso tra un po'".
Raspadori e Simeone? "Non voglio dare vantaggi, hanno diverse caratteristiche: Raspadori è più tecnico e viene incontro agli altri, Simeone è uno più alla Osimhen. Io valuto anche altri aspetti, ad esempio chi è più fresco. L'Atalanta è una grande squadra, gioca a uomo e non voglio che uno come Gasperini abbia dei vantaggi"
"Le partite sono tutte importante, ma mi sono sempre trovato bene quando mi sono buttato nella calca: quando mi chiamò De Laurentiis anni fa arrivai con delle partite proibitive da giocare, vincemmo a Firenze dopo 21 anni, poi con la Juventus dopo 22 anni. Se mi fossi posto il problema, non sarei venuto. Adesso in base a forza ed evoluzione del club, è una situazione simile".
Scudetto-bis? "In un momento delicato non puoi dare obiettivi. Se non si comincia a rivincere, come si pensa allo scudetto? L'ultima partita è stata persa, è inutile fare proclami: iniziamo a vincere con l'Atalanta, domani è un test. Poi di volta in volta guardiamo avanti, a non perdere in casa e fuori. Chi conosce Mazzarri sa che la prossima partita è quella da fare alla morte. Bisogna alzare l'entusiasmo e poi tirare le somme, il calendario lo sapete e bisogna pensare solo a risolvere gli eventuali problemi che ci sono nella squadra dopo lo scorso anno. Domani è difficile, l'Atalanta fa un tipo di calcio che non è facile da affrontare: sono fisici e ti aggrediscono. Per me è una raccolta dati, dopo l'Atalanta saprò meglio come sta la squadra. Io vedevo il Napoli in tv, se non l'alleni non puoi sapere come sia una squadra".
Somiglianza Cavani-Osimhen. "Visti da fuori sembrano simili, è oggettivo. Ci ho parlato due minuti, mano a mano che lo allenerò mi renderò conto. Cavani aveva feeling con l'allenatore, le squadre devono averlo per dare qualcosa in più. Se vuoi bene all'allenatore, corri anche per lui. Con Cavani avevo un rapporto, gli dicevo di rientrare e lui lo faceva. Osimhen dà la stessa sensazione, hanno la stessa tipologia di gioco".
"Kvaratskhelia-Osimhen-Zielinski come Lavezzi-Cavani-Hamsik? Dico una cosa semplice: se ricordate la Reggina, attaccavamo con il 4-3-3. Così come il Napoli mio. Perchè dico che nel mio modulo ci sono tanti movimenti, se ricordavate toglievo un difensore e mettevo Behrami per fare il 4-3-3 e per vincere"
Kvaratskhelia-Lavezzi? "Come posizione è uguale, come caratteristiche diverse: Lavezzi non rientrava come faceva Kvara, non possono essere paragonati. Io lo tenevo sempre alto, non aveva il fiato per farsi tutta la fascia: sarebbe scoppiato, a quel tempo era diverso tutti. Come tecnica sono simili, hanno dribbling e saltano l'uomo. Il paragone tra Cavani e Osimhen sarebbe stato più facile"