Il tecnico azzurro Maurizio Sarri ha rilasciato una intervista al Corriere dello Sport, parlando di alcuni temi molto attuali per i tifosi azzurri. Come il mercato. «Reina è fondamentale perché è un uomo fedele, che sposa l’allenatore e porta questo sentimento nello spogliatoio. Può avere anche fatto qualche errore, però i piedi che ha lui non li ha nessun altro portiere al mondo».
Su Insigne: «Sta diventando un calciatore di livello europeo, anzi mondiale: ha strumenti tecnici straordinari ed ha cominciato ad incidere in maniera secca nelle partite».
«Chi prenderei tra Higuain, Messi e Cristiano Ronaldo? ...nessuno. Ho il miglior attacco, con quegli interpreti, e vado a cercare un altro attaccante?».
Sul futuro del Napoli. «Dietro a calciatori di caratura ormai alta, abbiamo una schiera di ventunenni con potenzialità enormi e margini di miglioramento indecifrabili: Zielinski ha le stimmate del fuoriclasse. Diawara può diventare altro, perché ha appena diciannove anni; Rog ha qualità assolute che ha cominciato a mostrare dopo essersi adattato al nostro calcio. E
Milik è un libro ancora tutto da scrivere, credetemi».
Su De Laurentiis. «Tra lui e i cinesi chi volete che scelga se non Aurelio? Con lui ci litigo, ci faccio pace, poi ci rilitigo e poi ridiamo su».
«In Italia vince chi subisce meno? Vero, ma presto il successo apparterrà a chi segnerà di più. La tendenza sta cambiando, va crescendo l’espressione offensiva e gli equilibri sono in evoluzione».
Sui cori razzisti. «Non voglio demonizzare i tifosi della Samp, perché la parte sana del tifo è la maggioranza e perché dalla società abbiamo ricevuto una accoglienza meravigliosa. Però sentendo certi cori a un certo punto mi sono stufato. Ho detto a Banti, nello spogliatoio: che faccio, me ne devo andare? E Banti è stato bravo, deve far rispettare il regolamento, m’ha detto che se uscivo m’avrebbe dovuto mandar via. Ma questo è razzismo su cui i media soprassiedono, mentre per altre esempi fungono, giustamente, da cassa di risonanza. Per vincere partite come queste, bisogna battere l’ignoranza radicata e temo che le nostre generazioni non riusciranno ad assistere a spettacoli migliori».