A suon modo è un'impresa, che chissà se servirà a qualcosa. Il Napoli è la prima squadra che in campionato nel 2024 è riuscita a fermare l'Inter (13 vittorie di fila). Peraltro su un campo dove in Serie A perdeva da 5 anni.
Lo ha fatto soffrendo, ma meritando il punto per quanto fatto nell'ultima mezz'ora, dove è stata superiore a un'Inter in evidente debito fisico e sfilacciata.
Non è tanto il punto in sé che è utile ma il suo valore psicologico, perché dà il segnale che la squadra è viva e sta recuperando fiducia nei suoi mezzi.
A questo punto è un peccato che ci sia la sosta, ma è chiaro che adesso la sfida con l'Atalanta che ci sarà alla ripresa del campionato è una finale da dentro o fuori (anche perché contemporaneamente il Bologna ospita la Salernitana e la Roma va a Lecce). Siamo a -6 dal quinto posto, e non si può pià rinviare la marcia di avvicinamento.
FORMAZIONI UFFICIALI
INTER (3-5-2): Sommer; Pavard, Acerbi, Bastoni; Darmian, Barella, Calhanoglu, Mkhitaryan, Dimarco; Thuram, Lautaro. Allenatore: Inzaghi.
A disposizione: Audero, Di Gennaro, De Vrij, Bisseck, Stankovic, Dumfries, Klaassen, Frattesi, Buchanan, Asllani, Sarr, Sanchez.
NAPOLI (4-3-3): Meret; Di Lorenzo, Rrahmani, Juan Jesus, Olivera; Anguissa, Lobotka, Traoré; Politano, Raspadori, Kvaratskhelia. Allenatore: Calzona.
A disposizione: Gollini, Contini, Mazzocchi, Mario Rui, Natan, Ostigard, Cajuste, Zielinski, Dendoncker, Lindstrom, Ngonge, Simeone, Osimhen.
Il calendario si è divertito a mettere di fronte le due deluse della Champions: Inter e Napoli sono infatti state appena sbattute fuori dalle spagnole, anche se il ko dei nerazzurri fa più rumore ed era anche meno pronosticabile.
La sfida con i futuri campioni d'Italia già sarebbe difficile di suo, ma per Calzona si fa più ardua visto che Osimhen va in panchina per un rischioso affaticamento muscolare. Il tecnico così rispolvera Raspadori punta centrale. Degna di nota l'esclusione di Zielinski (contro la sua futura squadra) che finora era sempre stato titolare con Calzona in campionato. Gioca Traoré. Il polacco non entrerà manco a gara in corso... finalmente.
In difesa Juan Jesus è ormai il secondo centrale titolare, mentre Olivera vince il ballottaggio con Mario Rui.
L'avvio sembra promettente per gli azzurri, anche perché si vede che l'Inter si porta un po' di scorie della Champions, soprattutto a livello di aggressività a metà campo (Calhanoglu e Mkhitaryan sono i gemelli ubriachi di quelli visti negli ultimi 5 mesi).
Il problema nasce quando sbagliamo noi e gli regaliamo palla, perché lì partono a mille all'ora.
Succede così che al 10' l'Inter va a un passo dal vantaggio: Di Lorenzo perde palla in uscita, l'Inter arriva al cross in mezzo, Juan Jesus chiude bene ma la palla arriva a Thuram, altro cross per Darmian che di testa costringe Meret a una grande parata, la palla arriva a Lautaro che costringe Meret a una seconda grande parata. Ci salviamo.
L'episodio sembra svegliare l'Inter, che però non è brillante come al solito.
Al 21' la linea azzurra funziona bene su lancio lungo per Thuram, che sbaglia da solo davanti a Meret, ma era stato messo in offside.
Poi si viaggia sui binari dell'equilibrio, col Napoli che ogni tanto scricchiola ma non cede.
L'unico problema è che ci affacciamo dalle parti di Sommer solo al 41': Lobotka e Politano lavorano bene in area, il cross pesca Traoré che di testa però non inquadra la porta.
Non sfruttare questa occasione ci costa caro, perché 1 minuto dopo l'Inter la sblocca: cross di Bastoni, al centro dell'area Darmian è tutto solo e la spara dentro, 1-0.
Il massimo del risultato col minimo sforzo.
In avvio di ripresa sembriamo doverci rassegnare a un'altra serata amara, perché ci sono solo loro in campo.
Subito un'occasione: da una palla persa in uscita Lautaro viene liberato al tiro, Lobotka lo disturba ma l'argentino calcia lo stesso, e Meret dice ancora di no.
Passano due minuti e l'Inter ne crea un'altra: velo di Lautaro che libera Thuram al limite, il francese fa meta.
Al 52' Meret deve compiere un'altra parata, stavolta su punizione dalla distanza di Dimarco.
Superiamo la metà campo per la prima volta al 53'.
Il primo tiro, se così vogliamo definirlo, lo scocca Kvara da lontano al 55'. Ma è più simile a un cross.
E' il primo segnale di ripresa, dopo minuti di pressione nerazzurra.
Ma è un segnale importante, perché il Napoli comincia a venire fuori dal guscio mentre l'Inter annaspa.
Di tiri veri però neanche l'ombra.
Il primo lo scocca Traorè al 70', che si libera bene al limite ma poi non inquadra la porta.
Subito dopo esce proprio Traoré, entra Cajuste.
Al 73' altri cambi: Mario Rui e Simeone per Olivera e Raspadori.
Il Napoli sembra stare meglio, e al 77' Anguissa ha una palla buona in area, ma la colpisce malissimo.
Al 80' Politano lavora bene palla e crossa dentro, Simeone arriva bene di testa, e costringe Sommer a fare una parata vera.
Sull'angolo, ecco il pareggio: Politano crossa in mezzo, Bastoni sporca la traiettoria e Juan Jesus si trova solo dall'altra parte e mette dentro, 1-1.
Il finale è vibrante, perché si vede che l'Inter è stanca e il Napoli con coraggio prova addirittura a fare il colpaccio.
Intanto l'arbitro decide di non fischiare più niente, facendo incazzare un po' tutti.
Entrano Ngonge e Lindstrom per gli ultimi 2 minuti di recupero. Fuori Kvara e Politano.
Il danese perde un'altra occasione per farsi voler bene: in campo aperto, 3 contro 2, cerca un dribbling (e perde palla) anziché aprire il gioco per Simeone che era solo soletto a sinistra. Mancavano 20 secondi alla fine.
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