Victor Osimhen ha parlato a Betsson Sport dal Konami Training Center.
“Sono uno determinato, che non si arrende mai. Cerco sempre di impegnarmi al massimo per raggiungere quello che mi sono prefissato. Umanamente sono gentile, anche se a volte complicato... però di base ho un cuore buonoâ€
La prima volta al Maradona. "Koulibaly mi aveva raccontato dell’atmosfera dello stadio, di quando fai gol e i tifosi gridano il tuo nome... come succedeva per Cavani e Higuain. Quindi ho sempre avuto in mente di anticipare il più possibile il momento del mio primo gol al Maradona... è stato come un sogno che diventa realtà , perchè giocare sullo stesso campo in cui ha giocato il più grande giocatore di tutti i tempi, Maradona, e per me venire qui come un giovane giocatore che doveva ancora farsi un nome nel mondo del calcio è stato un grande privilegio e mi sento molto onoratoâ€.
Rito prepartita. "Ne ho diversi. Dico le mie preghiere e ascolto alcune canzoni che mi motivano. Poi, ripenso alla partita precedente, a tutti gli errori che ho fatto così da poterli correggere nella partita in arrivo. Per me è molto importante essere concentrato, sereno già dal giorno prima della partita, così che poi sono concentratosi su tutte le cose che voglio fare e tutte le cose che il mister vuole che io facciaâ€.
Il momento chiave nella carriera. "Quando ho firmato per lo Charleroi, in Belgio. Quello è il momento in cui ho cominciato a essere Osimhen. Prima ero andato al Wolfsburg, molto giovane e avevo bisogno di tempo per trasformarmi nel giocatore e nell’uomo che volevo diventare. Ma ho potuto giocare con grandi giocatori come Draxler, Schurrle, Guilavogui, Mario Gomez... per me è stata un’opportunità per imparare una o due cose da alcuni dei più grandi attaccanti di quel periodo, anche se lo cose non sono andare poi così bene per me. Successivamente due club in Belgio mi hanno rifiutato e poi è arrivato lo Charleroi che mi offrì un contratto. Quello è stato davvero un momento chiave... quelle persone mi hanno dato l’opportunità di scrivere la mia storia, di lanciare la mia carrieraâ€.
Sui tifosi del Napoli. "Sono straordinari... resto senza parole perchè sono assolutamente travolgenti. È elettrizzante, non ho mai visto nulla di simile. Una città così grande che prende il calcio così seriamente e il modo in cui i tifosi supportano la squadra è veramente da non credere. Ho giocato in altri club, ma la passione che i napoletani hanno per il loro club è fuori da questo mondo. Quando segniamo l’intero stadio si capovolge e inizia a festeggiare. Sono tra i migliori tifosi al mondo per come supportano la loro squadra e per come vivono la vita di tutti i giorni, assicurandosi che l’identità di questo club sia connessa ad essi. A volte capisco perché alcune leggende del passato hanno pianto nel momento in cui se ne sono andate da Napoli, perchè è un'emozione fuori dal comuneâ€.
Paragoni. "Tutto il mondo sa che mi ispiro a Didier Drogba. Quando ero piccolo mi hanno fatto conoscere il suo stile di calcio, i tifosi appassionati e poi tutta la comunità mi ha spinto a seguirlo. E quindi ho cominciato ad interessarmi a lui, a guardare tante clip, e imparare dai suoi movimenti ed integrarli nel mio modo di giocare. Tutto questo mi ha aiutato moltissimo. Dò il merito di gran parte del mio successo a Didier Droga, per me il suo talento, la sua grinta e passione sono quello che lo hanno fatto diventare uno dei migliori attaccanti della storia del calcio. Per me questo è una sorta di percorso, un percorso che voglio seguire ed assicurarmi che un giorno verrò ricordato per quello che ho portato anche io al calcio. Certamente sono ancora in questo percorso, ci sto ancora lavorando, ma se mi guardo indietro ho fatto tanto, guardando da dove sono partito e come sono migliorato sia a livello di gioco che come uomo, è davvero una buona crescita. Ho ancora tanto in serbo, ho ancora tanto da imparare, sto ancora crescendoâ€.
Club per cui tifa. "I miei amici lo sanno, ma penso sia meglio non dire nessuna squadra in particolare perchè ora sono un calciatore professionista e penso sia più giusto cosìâ€.
Il Pallone d’Oro Africano. "E' stato un sogno di bambino che si è avverato. Ogni giovane africano che aspira a diventare un calciatore sogna un giorno di giocare nella Champions League, ai Mondiali, la Nations Cup, vincere il giocatore africano dell’anno, proprio come ho fatto io".
Aneddoto divertente. "...Eravamo in campo a fare il torello e Koulibaly era al centro, mentre io e Rrahmani eravamo uno accanto all’altro e facevamo girare la palla. Quando Koulibaly arriva, Rrahmani fa passare la passa tra le sue gambe e Koulibaly si è così arrabbiato in un modo scherzoso chiaramente, era arrabbiato e poi mi è venuto in contro e l’ho abbracciato e abbiamo iniziato a scherzare e poi allora ho fatto la foto e, con il suo permesso chiaramente, l’ho postata nelle mie Instagram Stories e lui mi ha taggato scrivendo che si sarebbe vendicato, ma poi ha lasciato il club senza la sua vendetta. Ma è stato così divertente come momento e quando l’ho messo online tutti si sono divertiti e tutti ridevano perchè è stato proprio un momento divertente. Lo dico perchè non ho un ricordo chiaro di quando è successo ma ricordo che tutti si sono divertiti. Ho tanti bei ricordi ma questo era uno dei miglioriâ€.
“Cosa dire ai tifosi in napoletano? Non mi sono preparato per questo, cosa posso dire? Ciao uagliu!â€.
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