L'ex tecnico azzurro e ora CT Luciano Spalletti ha parlato al Corriere dello Sport.
"Lasciano Napoli ho scelto e abbracciato la tristezza. Sarebbe stato più facile e naturale andare avanti, lavorare con un gruppo che avevamo portato al top, godersi la felicità del momento, quella fatta provare alla gente di Napoli. Ho scelto la tristezza. In fondo a me è riuscito spesso di centrare l’obiettivo e quando lo centro vorrei tanto dare le spalle al mio divano, lasciarmi cadere all’indietro e fermarmi a guardare l’infinito, assaporando la felicità di chi ho reso felice".
Obiettivo Scudetto. "Quando incontrai De Laurentiis mi disse: secondi siamo già arrivati e dobbiamo stare sempre in Champions. Fu un messaggio chiaro e diretto... così sono ripartito per ottenere quella cosa là ... ed è successo. Sarei potuto restare ancora, il grafico prestazionale l’avevamo portato al livello più alto".
Retroscena. "Dopo il primo anno a Napoli i miei collaboratori mi dissero “ma cosa restiamo a fare? Hanno venduto tuttiâ€. Erano partiti Mertens, Koulibaly, Ghoulam, Ospina, Insigne, Fabian Ruiz. Tanta qualità . Io volevo sentirmi l’allenatore del Napoli e si è allenatori di una squadra soltanto se si fa qualcosa di effettivamente importante. Talvolta il risultato dipende dalle capacità non solo tecniche di un calciatore, dal singolo episodio. A Napoli ci siamo sempre presi quello che avevamo costruito e meritato".
I tanti gol sbagliati dal Napoli. "Io non so allenare il cinismo. Allenare per me significa voler bene al calciatore, saperlo difendere, aggiungergli qualcosa. Esiste il calciatore timido che non riesce a esprimere totalmente il proprio potenziale e allora intervengo con il lavoro. Al Napoli ne avevo un paio....
...(rivela in segreto quei nomi, ndr) Con l’esercizio cerco di portare il timido nella condizione ideale per alzare il livello del rendimento. Non riesco a fare niente in superficie. Il primo anno a Napoli vivevo in albergo, magnifico, mi portavano la colazione in camera. Poi ho piazzato il lettino nell’ufficio. Per non perdere un solo secondo, anche il più piccolo particolare, mi risparmiavo la mezz’ora di auto da Napoli a Castel Volturno".
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