L'ex tecnico azzurro Luciano Spalletti ha parlato prima dell'evento Sport Human Factor a Roma, toccando anche il tema Napoli.
"Naturalmente mi dispiace per l'annata che sta vivendo la mia ex squadra. Hai bisogno di reclutare tutte le forze a disposizione per cui non dipende mai da una persona sola, ma dalla disponibilità di tantissime persone e tantissimi particolari. In quell'ambiente lì noi eravamo riusciti a contagiare delle persone per lo stesso obiettivo, per cui questo fatto di trovare delle cose di qualità dove creano predisposizione, attenzione, uscire dallo spogliatoio e uscire il campo sempre segnato bene, tutto in ordine anche fuori dal perimetro di gioco, diventa una qualità importante".
"Il 'sarò con te' sulle casacche va a tentare di coinvolgere non solo chi è dentro al campo, ma anche i 'nonnini' che sono sulle panchine ai Quartieri Spagnoli, è come dire che siamo tutti importanti per i risultati della squadra".
"Io ho cercato tutta una carriera quella vittoria. Ho sempre pensato che raggiungere quel titolo mi avrebbe reso la persona più felice del mondo. Poi nel momento in cui l’ho conquistato, ho capito che la cosa che più di ogni altra ti ripaga dei tuoi sacrifici fatti, non è il trofeo di per sé, ma la condivisione della gioia che stesso genera, sentirsi protagonisti della felicità di tutte quelle persone che inseguivano il tuo stesso sogno.
"Non chiedetemi come è fatta una coppa, non saprei rispondere, potrei sbagliare pur avendone maneggiate qualcuna. Ma se fossi un pittore potrei disegnarvi tutti quei volti felici che ho incontrato il giorno dello scudetto. Quelli non li scorderò mai!â€.
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