Il difensore del Napoli Alessandro Buongiorno ha parlato a Cronache di Spogliatoio. L'intervista è stata anticipata sui social.
“A Torino incontrai Conte per caso, una sera in un ristorante. Ci siamo parlati un 10-15 minuti poi ci siamo sentiti qualche volta poi ho scelto Napoli”.
“Tocco 68 volte a partita il pallone? Il ruolo è cambiato, il difensore è il primo da cui deve partire l’azione: con il mister stiamo lavorando su questo aspetto qui, muoversi molto per ricevere palla”.
Lavoro sui difensori. “Ci dedichiamo quotidianamente alla fase di possesso, è un aspetto che conta molto per una squadra che vuole attaccare tanto. Chiaramente affiniamo anche la collaborazione con la linea difensiva e curiamo la parte atletica: il mister è uno che che ci fa lavorare tanto”.
Tra i difensori meno fallosi in Serie A. “E' una cosa che ho migliorato negli anni. Ricordo che nelle prime stagioni a Torino, ne facevo molti di più e, di conseguenza, venivo ammonito più spesso. Una volta ho dovuto saltare la prima di campionato perché nell’ultima giornata dell’anno precedente avevo preso il giallo che aveva fatto scattare la squalifica. Ho cercato di aumentare la pulizia nei contrasti. È un lavoro molto mentale. A volte la voglia di recuperare la palla è talmente forte che magari ti aiuti troppo con le braccia o metti il piede dove non dovresti”.
La partita vinta con la Roma. "La nostra costruzione ci ha portato a giocare sugli esterni, il mister ci chiedeva di affiancarci a Meret per ricevere palla e trovare delle linee di passaggio, perché allungando la squadra avversaria ne trovi di più”.
“Lobotka gioca più avanti? Amir ed io facciamo un certo tipo di lavoro per dargli palla più avanzato, servono i movimenti di tutti i calciatori per aiutarlo a ricevere palla in una posizione più avanzata”.
L'episodio svolta. “Quando sono tornato dal prestito al Trapani, ho fatto il ritiro con la prima squadra del Toro. Inizialmente venivo usato come sparring per titolari e riserve. A quel punto mi è scattato qualcosa dentro. Mi sono detto: ‘Devi giocare senza pensare troppo’. Giocare con i grandi mi condizionava, sentivo la pressione. Così, ho iniziato a chiedere la palla con personalità, a parlare in campo con i compagni. Questo mi ha permesso di farmi notare da mister Giampaolo, che pian piano mi ha inserito”.
Il difensore con più duelli vinti. “Sono contentissimo di questi dati. Vincere i duelli vuol dire sapere quando e come fare un contrasto, conoscere tanto gli avversari. Io li studio bene: approfondisco le finte che possono fare, come ricevono il pallone, come gli viene passato. In questo modo puoi anticipare le loro giocate. Lo staff mi manda i video dei giocatori che chiedo, soprattutto di quelli che conosco meno”.
Il ritorno a Torino. “È stata una parte importantissima della mia vita. Sono stati 17-18 anni bellissimi, in cui sono cresciuto come uomo e come calciatore. Mi sembrava giusto utilizzare Instagram per fissare quello che ha significato per me”.
Lotta Scudetto. “Siamo tutti vicinissimi. È un campionato molto competitivo e di questo sono contento, perché così si alza il livello della Serie A, delle società, dei giocatori. Oggi sai che non puoi sottovalutare nessuna partita, ogni squadra ti può mettere in difficoltà”.
L’inserimento a Napoli? “È stato fantastico, mi sono trovato subito benissimo con la città, i compagni, i tifosi, il cibo, anche se bisogna fare un po’ di attenzione... Le persone che incontro in giro sono tutte super disponibili, percepisci la loro passione, vedi tanto affetto e il legame nei confronti della maglia. Le persone ti sono amiche anche non conoscendoti. E poi qui c’è una sola squadra: il napoletano tifa Napoli. Il karaoke? Il mio maestro è Mazzocchi, lui canta davvero bene. Prima o poi lo vediamo a Sanremo. Durante questa festa di compleanno a cui sono andato con dei compagni c’è questo momento divertente con Rocco Hunt e Sal Da Vinci tutti a cantare, è stato un bel momento".
Il modello. “Da piccolo guardavo spesso i video dei difensori italiani, da Maldini a Nesta, passando per Cannavaro. Vedevo tantissimo su YouTube le compilation con le loro migliori azioni difensive. Poi crescendo mi sono appassionato a Sergio Ramos, per il suo carisma e la sua personalità, oltre che per il suo modo di giocare. Sono questi i giocatori dai quali ho cercato di prendere spunto”.
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