Dopo il 2-2 dell'Olimpico è difficile autoconvincersi che non bisogna avere l'amaro in bocca. Quando ti fermi a pochi passi dal traguardo è davvero dura da mandare giù. Peraltro sei recidivo: stesso mese, stesso stadio, stessa porta. E sono punti che potrebbero pesare tanto.
Ma in fondo giocavi contro una signora squadra, peraltro in condizioni di estrema emergenza che si sono aggravate via via con lo scorrere dei minuti. Del Napoli che era volato in vetta attualmente abbiamo solo una fotocopia zoppa: Buongiorno è tornato solo ieri, ma da settimane non ci sono più ne' Olivera ne' Spinazzola, non ci sono più Kvara ne' Neres. In ben 3 ruoli non giocano più i titolari, nel caso del difensore centrale addirittura da due mesi (durante i quali, guarda caso, abbiamo preso molto più gol).
Nei minuti finali in campo c'erano Rafa Marin, Jesus, Politano esterno sinistro. E' ancora il NAPOLI, ma non è più quel NAPOLI. E' una fase di emergenza piena, e bisogna rendersene conto.
Se la sfida dell'Olimpico fosse durata altri 5 minuti, probabilmente staremmo parlando anche di peggio. Alla fin fine, quel punto conquistato ieri potrebbe fare la differenza in positivo. Potrebbe avere molto più peso il punto conquistato, che i due persi. Questo lo scopriremo solo strada facendo.
Eppure, c'è una cosa estremamente positiva che ci lascia la sfida con la Lazio. Il Napoli è mentalmente tornato sulla rotta Scudetto.
La storia che la squadra fosse fisicamente appesantita contro Roma e Udinese è una balla smentita dai dati statistici. Noi dicemmo subito che il Napoli era stanco sì, ma mentalmente. Venivamo fuori da un mese di fuoco, con sfide che ci hanno costretto (anche per l'emergenza di cui sopra) a stressare il cervello fino al limite.
Un indizio l'aveva fornito proprio Conte, dando al gruppo 3 giorni pieni di vacanza. Roba assurda per uno come lui. Ma li aveva visti cotti. Erano fusi. Ecco perché contro Roma e Udinese s'è visto un Napoli più appannato. Un Napoli vittima di alcuni black out mentali. Quello che ti fa prendere gol al 93' oppure subito dopo aver trovato faticosamente il vantaggio. Riaccendere la testa è molto più difficile che riaccendere i muscoli.
Ed eccoci al dunque. Contro la Lazio quei black out mentali non ci sono stati. Anzi, dalla guerra di nervi per poco non uscivamo vincitori.
Magari è stata l'emergenza o magari è stato quel gol preso in avvio che hanno riacceso mentalmente il Napoli. Lo hanno riportato con la testa dentro al duello Scudetto. Quello che conta è che ci siamo di nuovo dentro ed è la notizia più importante. Adesso, con il ritorno di Buongiorno e il recupero di Olivera all'orizzonte, anche a livello di organico il NAPOLI di Conte ricomincerà (quasi) ad assomigliare a quel NAPOLI di due mesi fa. E lo sarà pure con testa giusta.