Anche stavolta il popolo dei media napoletani ha seguito il solito schema del "cavalca l'onda emotiva". Dopo un passo falso (ne basta anche mezzo) cominciano a piovere critiche e si scatena la caccia ai colpevoli. Possono essere più o meno tutti: da Conte fa scelte sbagliate a Lukaku che non corre, passando per De Laurentiis che non ha voluto fare mercato, per Anguissa che ha giocato in ciabatte, passando per Ngonge che è irritante e per lo staff atletico che ha causato infortuni. Eccetera, eccetera.
Ma il secondo giorno c'è il cambio di scena. La piroetta in barba ad ogni forma di coerenza. "Tutti uniti alla meta! Niente è perduto!"
Ma come, fino a 24 ore fa erano tutti sul banco degli accusati, e mo' sono di nuovo i nostri eroi?
Però non temete, perché il copione prevede il ritorno al burrasca in breve tempo. Se possibile, anche nel giro di pochi giorni. Settimana scorsa ad esempio, il polverone è stato innescato da una domanda sul futuro di Conte. Basta trovare l'appiglio per far ripartire la giostra del dibattito. Perché è quello che fa i clic.