La sua avventura in maglia azzurra se l'era immaginata diversa, Emanuele Giaccherini. Dopo un Europeo di grandissimo livello, l'esterno ex Juve stava per mettere nero su bianco con il Torino, ma poi è arrivato il Napoli e l'ha soffiato a Cairo dalla sera alla mattina.
Un'operazione lampo, che peraltro ha spinto l'agente di Giaccherini a fare più volte mea culpa. «Ci siamo comportati male con il Torino - ha ammesso Valcareggi - perché il discorso con loro era molto ben avviato. Però
quando è arrivata la chiamata del Napoli è stato spazzato il campo». Anche l'esito dell'operazione Giaccherini peraltro ha influito su quella Maksimovic, perché Cairo non ha mandato giù questo sgarbo e ha voluto farla pagare fino in fondo a De Laurentiis.
Napoli-Torino avrebbe potuto essere la sfida di Giaccherini. Avrebbe potuto giocarla con una maglia e alla fine forse finirà per non giocarla neppure con l'altra, visto che
si prospetta un altro pomeriggio in panchina per lui.
Sarri finora lo ha impiegato con il contagocce, a destra oppure sinistra come esterno alto. Anche se va precisato che Giaccherini ha pagato molto un infortunio patito nel corso del ritiro, che ne ha allungato i tempi di inserimento.
Tenuto conto della concorrenza che c'è tra le mezzali e del dualismo Insigne-Mertens a sinistra (specie quando finirà l'emergenza centravanti),
l'unico vero posto disponibile per Giaccherini è come vice-Callejon sull'esterno destro. Ma José è un inamovibile di Sarri, ed ecco spiegato perché Giack non ha trovato spazio finora.
Chissà se la sfida con il suo possibile passato, il Torino, non possa fargli scrivere un nuovo capitolo della storia con il Napoli.