Qualche giorno fa, parlando dell'incontro che si sarebbe tenuto di lì a breve a Roma, scrivevamo: "E' probabile che verranno fatte le solite dichiarazioni di facciata ("c'è intesa, c'è sintonia") ma poi dopo un mese rivoleranno gli stracci come sempre". E allora? Tutto secondo copione, come avevamo previsto.
Oggi sembra di vedere il Comune e il calcio Napoli andare a braccetto, come già accaduto tantissime volte negli ultimi anni. E durerà poco come è sempre stato. Del resto che cosa è cambiato negli ultimi giorni? Nulla.
Dietro le dichiarazioni di facciata che lo stadio è un bene pubblico, che 41mila posti sono pochi e bla bla bla, il Comune ha sempre puntato a un obiettivo: non dare la gestione totale del San Paolo e dei lavori a De Laurentiis, perché in cambio il presidente voleva una convenzione lunga a prezzo stracciato. Cosa inaccettabile per il Comune. E già , gli fà fare uno stadio gioiellino e poi il Comune ottiene le briciole?
No, la vacca Napoli va munta per benino. Ecco perché il Comune ha acceso un mutuo con il Credito Sportivo (mica ha messo soldi suoi, sia chiaro). Perché così può "vendere" al Napoli uno stadio un po' ripulito e ottenere un canone annuo più corposo. Infatti
la nuova convenzione (che forse verrà firmata a gennaio) prevede il 20% di rincaro a 780mila euro.
E sarà valida fino al 2019, perché a quell'epoca saranno finiti altri lavori al San Paolo (per le Universiadi), per cui ci sarà un ulteriore aumento da chiedere al calcio Napoli. Al quale nel frattempo è stato chiesto anche un contributo per accelerare i lavori e farne ancora altri. Capito la strategia?
Ecco perché le chiacchiere su una presunta pace scoppiata a Roma non ci convincono per niente. Questo clima alla "volemose bbene" fa molto Natale, ma ci sa di tregua e nulla di più. La "piena condivisione sui progetti presentati dal Comune" ci sa tanto di balla. Scusateci ma la pensiamo così, anche se saremo felicissimi se verremo smentiti dai fatti e non vedremo volare di nuovo gli stracci.