Niente Nazionale per Jorginho. Gian Piero Ventura, ct della Nazionale, in una intervista a "Il Mattino" lo ribadisce e spiega il suo punto di vista: «Mi piace molto il fatto che Jorginho ci tenga a far parte del gruppo Italia. Il punto è che che noi giochiamo senza metodista, ruolo nel quale lui è il migliore interprete che c'è. Ma non posso chiamarlo se poi non giocherebbe mai. Solo con Israele - quando ho fatto il 3-5-2 - avevamo in campo il suo ruolo. Ricordatevi che con Conte, Insigne non poteva giocare perchè il 3-5-2 non richiedeva il suo ruolo».
Poi parla di Insigne: «Insigne agli Europei ha giocato poco perchè il modulo non richiedeva il suo ruolo. Ora ce l'ha. Lorenzo ha avuto la maturazione nell’ultimo anno. Se andiamo al Mondiale e facciamo 30 allenamenti tutti assieme per 20 giorni, sono certo che la prestazione di Insigne sarà di gran lunga superiore a quella che avete visto con la Spagna. Il modulo che abbiamo usato non c’entra nulla».
Ma come? Fino a un secondo prima per Jorginho il modulo contava, mentre per Insigne invece no?
Su Napoli. «Quell'esperienza mi lascia un grande rammarico. Sono pochi quelli che scendono dalla A alla C, però a gennaio andai via e iniziò la storia del Napoli: io faccio parte della preistoria perché ai miei tempi ci allenavamo a Varcaturo e dovevamo anticipare le sedute di un’ora perché le mamme anti-discariche bloccavano le strade. Quando andai da Sarri un anno fa a Castel Volturno mi sono emozionato: era proprio lì che io e il direttore generale Marino sognavamo di realizzare i campi di allenamento. Comunque si capiva che De Laurentiis avrebbe fatto tutto questo: è partito da zero, da niente e adesso la sua è una delle società più forti d’Italia».