Si chiacchiera, si alzano le polveri e alla fine si evidenzia quello che era chiaro a tutti: i calciatori non possono chiedere carta d'identità e certificato penale a chiunque incontrano, per cui capita che sul loro cammino si incrocino con personaggi discutibili. Ma non per questo il loro comportamento va sanzionato in via disciplinare.
Accade così che l'inchiesta della Federcalcio sui rapporti tra calciatori del Napoli e presunti esponenti della criminalità organizzata finisce con uno scontatissima archiviazione. Lo ha comunicato il capo della Procura Figc, l'ex prefetto Giuseppe Pecoraro, che stamane insieme con l'ex vicequestore Giovanni Fiorentino, sostituto procuratore federale, ha incontrato Aurelio De Laurentiis negli uffici romani del presidente.
L'inchiesta era scattata dopo l'arresto degli imprenditori napoletani Esposito, ritenuti molto vicini ad alcuni calciatori azzurri, nello scorso giugno. Al termine del colloquio, in cui Pecoraro e De Laurentiis hanno discusso in generale sul rapporto tra club calcistici e tifoserie organizzate, il capo della Procura ha consegnato un documento in cui si evidenzia che «non sono emerse fattispecie di rilievo disciplinare e pertanto è stata prevista l'archiviazione del procedimento».