Dries Mertens ha consesso una lunga intervista al Corriere dello Sport. Ecco alcuni stralci. «Quando sfidai il Napoli con l'Utrecht mi erano piaciuti subito la città e il suo spirito. Quando la società mi ha acquistato sono venuto con tutta la famiglia e mi sono ambientato facilmente. E' molto diverso il sentimento della gente di Napoli per il calcio e i suoi protagonisti rispetto a quello a cui ero abituato in Belgio. Ci sono un calore, una solidarietà che ti aiutano a vivere bene una città che non è la tua. Napoli si stringe attorno ai giocatori della sua squadra, li fa sentire tutti napoletani da sempre».
«Sarri? Un allenatore che mi piace. Preparato e persino scientifico nella cura delle partite. Una cosa che mi piace del suo gioco è il modo in cui organizza le fasi in cui noi abbiamo il possesso di palla e poi come struttura la pressione che facciamo sugli avversari in cui sono loro a giocare il pallone. Sembra che già hai giocato la partita e in campo sembra che la tua squadra abbia un uomo in più».
Scudetto. «Speriamo... Siamo anche stati sfortunati perché l'infortunio di Milik e poi Ghoulam non ci aiutano. Però siamo avanti noi».
Higuain. «Posso dire che è un fuoriclasse, per questo abbiamo avuto difficoltà quando è andato via. Quando giocavo con lui sapevo che sa fare cose che non tanti attaccanti sanno fare».
Il gol più bello: «Fu conto la Fiorentina in casa. Ho fatto un tunnel a Rodriguez, poi un passaggio no look ad Hamsik. Lui ha tirato, il portiere ha preso la palla e dopo, sulla respinta, io ho fatto gol. Un gol come prodotto collettivo e non sono come gesto individuale, esattamente come è il mio modo di intendere e praticare il calcio».
Sull'Italia. «Un peccato. E' stata sfortunata sia a pescare nel girone la Spagna perché l'ha quasi condannata al playoff, e poi anche con la Svezia c'è stata molta sfortuna. Il calcio è in Italia è una bellissima malattia, qui si vive con una intensità rara. Insigne mi ha detto che la su esclusione è stata una scelta dell'allenatore. Scelte che chi fa il nostro mestiere deve saper accettare».