L'attaccante del Napoli in prestito al Chievo, Roberto Inglese, ha parlato del suo possibile futuro: «Pronto per il Napoli? Non lo so, devo trovarmici per poter rispondere. Di sicuro sono pronto per provarci, con orgoglio e serenità . Comincerò a pensarci se ci andrò, perché per adesso c'è solo il prestito al Chievo fino a giugno, nessun riferimento a gennaio».
Sulla trattativa: «Corsi alle 7 di sera in sede al Chievo, perché il mercato chiudeva alle 23 e bisognava fare in fretta. Però dal giorno dopo non ci ho più pensato e ho resettato tutto. Credo che abbia inciso il fatto che lavoro a mille all'ora e Giuntoli un po' abbia scommesso anche su quello».
«Gli amici mi dicono: "vedrai quanti gol, lì a Napoli ti mettono la palla sui piedi". Però quando ero in Nazionale e mi sono allenato con Insigne ho capito un po' di cose: devi essere un'orchestra, se stoni tu stona tutta la musica: stop e passaggio lo fanno in undici allo stesso modo per questo ti rubano il tempo. Per questo oggi per vedere quel calcio accendi la tv se ci sono Napoli e Man City».
A proposito di Champions... «La musichetta l'ho ascoltata un milione di volte. E' più forte di me, la sento e alzo il volume della tv. La mia fidanzata Elena che mi disse: "Cosa sai di questa musica?". Niente, ovviamente. Adesso tutto: inno composto da Tony Britten, testo in inglese, francese e tedesco, controcanto nella lingua dove si gioca la finale. Sentirla in campo deve essere da brividi. Al San Paolo? Tremano i quartieri vicini no? Diciamo che la prossima settimana tiferò molto Napoli. E Man City».
Esterno? «Al Chievo lo feci. E quando arrivai le cose mi sembravano fatte a velocità impossibili e poi mi sono abituato in fretta. Però farlo a Napoli è diverso, e mi pare dura mettermi vicino alla riga; è per gente con una tecnica fuori dal comune».