Si parla di campionato. «Non c'era aria di rassegnazione settimana scorsa, visto che avevamo fatto una grande partita contro l’Inter. Se qualcuno c'è rimasto male perché non si è vinto vuole dire che stiamo abituando i nostri tifosi e la stampa ad imprese straordinarie! Noi non dobbiamo essere prigionieri di niente, non siamo una squadra che vince partite senza giocare a buoni livelli per caratteristiche, a noi da gusto giocare bene».
Contratto. «Questo è un falso problema, visto che un contratto c’è. Bisognerà capire se ci sono tutte le condizioni, dare sempre il 100% e se non sarò in grado di farlo allora bisognerà fare un passo indietro, altrimenti si può continuare».
Duello con la Juve. «Io quattro anni fa ero in Serie B, non riesco ad essere preoccupato, sono onorato di essere vicino ad una squadra che ha vinto per sette anni. La Juve non credo che sentirà il peso della Champions perché è una squadra abituata alle pressioni. I miei ragazzi stanno dando il 101% e più di questo non posso chiedergli. Sono arrivato a Napoli e ho trovato una squadra che si è messa a disposizione, si farà quello che si può fare, poi se basterà o meno non lo sappiamo».
Allo Stadium la sfida decisiva? «Non si può dire, bisogna vedere come si arriverà allo scontro diretto. Anche una partita contro una squadra che gioca per la salvezza diventa difficile».
Su Reina. «A Napoli sanno di chi stanno parlando, Reina è un portiere di grande livello ma questo conta fino ad un certo punto, Reina è un ragazzo straordinario dal punto di vista umano, i napoletani sanno che darà il 101% anche se è un giocatore in scadenza».
«Mi sento più Che Guevara o Maradona? A Napoli Maradona è un idolo assoluto, sarebbe una bestemmia paragonarsi a lui».
Chiusura su Astori. «Doveva venire da noi ma ci furono problemi legati ai diritti d’immagine. Lui mi spiegò i motivi per cui non poteva venire, mi ha dato sempre l’impressione di un ragazzo straordinario».