Pepe Reina ha rilasciato una lunga intervista al Corriere dello Sport, dove ha parlato del suo secondo addio alla maglia del Napoli. «I miei 4 anni in azzurro sono stati meravigliosi dal punto di vista sportivo e umano. Ho conosciuto gente incantevole e come squadra abbiamo sfiorato un sogno».
«La Juve ha vinto lo Scudetto a San Siro. Sono stati più bravi di noi, non solo in campo. E' una società potente. Ma sono orgoglioso di quello che abbiamo fatto noi».
«I ricordi più belli? Svegliarsi tutte le mattine con l’odore del caffè. La bolgia del San Paolo, la prima in Champions contro il Borussia Dortmund, la semifinale di Coppa Italia con la Roma, con Maradona in tribuna e la finale all’Olimpico contro la Fiorentina».
«L'addio? Capisco il club che davanti a un portiere di 36 anni in scadenza di contratto, fa la scelta di non rinnovare. E’ una filosofia aziendale che va rispettata. Poi è anche vero che i miei rapporti con la proprietà non erano più idilliaci, ma diventa un aspetto secondario».
«Sarri? Con lui siamo andati oltre il calcio: ci ha messo la faccia per me e gli dovrò gratitudine. E’ stato paterno negli atteggiamenti, gli voglio bene e gli auguro tutte le fortune che merita un uomo del genere».
Sulla bufera delle "amicizie scomode": «Ho letto e sentito troppe sciocchezze. Io mi sono spontaneamente presentato alla magistratura ordinaria proprio per ribadire la mia assoluta estraneità a tutto ciò che è stato raccontato e che con il calcio e la mia persona nulla hanno a che vedere».