Il capitano Marek Hamsik ha rilasciato una lunga intervista al Corriere dello Sport. «La Cina rappresentava la possibilità di sistemare definitivamente la famiglia. Era già tutto definito: se non ci fosse stato un accordo prima del ritiro, non ci sarebbero state più altre possibilità . La scadenza era il 9 luglio. Ma comunque non era la prima volta, questa, in cui nasceva una possibilità del genere. Due anni fa, dopo l’Europeo, arrivò un segnale preciso e netto e io dissi di no, subito, troncando ogni possibilità ».
Con De Laurentiis: «L'ho informato subito, sapete che con lui un rapporto speciale e diretto. Lui mi rispose "Ma ndo’ ...vai, questa è casa tua". Questo mese non ha cambiato nulla nel mio rapporto con la gente e coi tifosi. L’orgoglio e il senso di appartenenza da parte mia non sono evaporati nel nulla; e l’affetto di questi giorni è stato eguale e anzi superiore a quello del passato».
Con Sarri. «Non ci siamo sentiti ma è stato molto carino, perché il primo giorno del ritiro mi ha mandato un messaggio come capitano del Napoli, e mi ha chiesto di diffonderlo anche ai compagni. Ci faceva gli auguri per il futuro. Riguardo la panchine, credo che non piace a nessuno e aver fatto le ultime 3 partite consecutive dalla panchina mi hanno fatto male».
Scudetto perso. «Più che vincerlo la Juve l'abbiamo buttato via noi. Non credo ai complotti, però in quel week-end si sono miscelate due situazioni che hanno contribuito a demoralizzarci. Abbiamo avvertito il mondo caderci addosso».
Il nuovo ruolo. «Fare il regista mi incuriosisce e mi intriga. E’ una nuova esistenza, mi ci calo con interesse e con ottimismo. Non so se mi allungherà la carriera e non ci penso neanche. Quando Ancelotti mi ha detto che avrebbe voluto provarci, m’ha dato altri stimoli».