Il capitano azzurro Marek Hamsik ha rilasciato una lunga intervista al Corriere dello Sport. Ecco alcuni passaggi. «
Napoli è casa mia e sono orgoglioso di stare qua. È una città in cui vivo bene e in cui non mi sento straniero. Napoli è migliore di tanti stereotipi e tanti pregiudizi. È una città splendida e i napoletani sono calore umano e intelligenza, senso dell’umorismo e generosità . Spero di portare ancora avanti la mia carriera nel Napoli. Vediamo cosa sarà , ma spero in me stesso. E poi sono legato a Castel Volturno, dove vivo. Pensi che mi conferiranno la cittadinanza onoraria (domenica, ndr). E io sono molto grato è orgoglioso di questo».
La Napoli del calcio: «Hanno una passione incredibile... i napoletani sono caldi, competenti , vivono il calcio come un gioco, ma un gioco importante. Per un calciatore è l’ambiente ideale. Aggiunga il mare meraviglioso e il mangiare sopraffino ed è spiegato facilmente perché chi arriva a Napoli difficilmente ha poi piacere ad andarsene».
Sarri e Ancelotti. «Sarri era un uomo del campo, viveva ventiquattro ore su ventiquattro in campo. Era davvero malato, veramente, non trascurava niente, neanche i minimi particolari. Ancelotti ci ha fatto capire in poche settimane di essere una persona stupenda, aperta. Ci dà tanti consigli, è molto simpatico e sta lavorando molto bene. Non per caso ha vinto dovunque è stato, in Europa».
L'obiettivo. «E’ ancora presto, siamo all’inizio del campionato. Però la squadra non è cambiata moltissimo. Ogni giocatore, nel nostro sistema, è fondamentale. Come lo è il mister. Che apporta le sue nuove idee, con equilibrio e saggezza, su un modo di giocare collaudato nel tempo. Per il resto la squadra è sempre la stessa. Può fare molto bene. In campionato e in Europa. Siamo stati un po’ tutti scettici dopo le amichevoli estive, ma in campionato si è visto quanta grinta ci mettiamo. Siamo sempre una buona squadra che vuole giocare e divertire. Non abbiamo vinto tanto, finora, ma abbiamo una gran voglia di farlo».
Due... top: «Il momento che ricordo con più piacere è quando abbiamo vinto la Coppa Italia contro la Juventus, nel 2012. Una gioia incredibile. Il gol migliore è quello con il Milan quando attraversai il campo con la palla al piede e poi segnai. Il calciatore più intelligente con cui ho mai giocato è senza dubbio Pepe Reina. Grande cervello, grande persona. Un leader».