E' arrivato a Napoli dopo Sarri e a Monaco dopo Guardiola. Come si entra in certe dinamiche?
«Bisogna sempre tenere in considerazione ciò che è stato fatto, il livello di conoscenza dei giocatori. E poi ogni allenatore ha le proprie idee, sul calcio, sul gioco e la filosofia, bisogna cercare poco a poco di portarle, senza buttare via ciò che di buono è stato fatto nel passato. Quello c'è, poi la cosa più importante è considerare le caratteristiche dei giocatori: è su quello che devi modellare il sistema e non viceversa».
«L’esperienza al Bayern è stata un po’ atipica. Sono stato esonerato a settembre, avevo vinto quasi tutte le partite. Le cose non stavano andando male. Credo lì fosse più un problema di filosofia: loro non volevano cambiare le cose, io sì».
Qual è il primo aspetto su cui ha lavorato a Napoli?
Che rapporto ho con la pressione?
«Solitamente sono calmo e pacato, questo non vuol dire che non ho pressione: c'è chi la manifesta in base al carattere che ha. Per me è la benzina per stare vivo, concentrato e attento, considerare tutti i dettagli. Questa per me è la pressione, è vero che riesco a staccare: ci sono dei momenti, quando sono a casa, che prendo per me stesso e non sono sotto pressione. L'importante è non essere sotto stress».
«Parmigiano e San Daniele, Jamon e Tomato o ostriche francesi? Vecchia maniera, parmigiano e prosciutto di Parma! Come primo amo i tortellini! Secondo? Polpo alla galega. Tiramisù, crème brûlée o churros? Tiramisù!».