Il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis ha rilasciato una lunga intervista al Corriere dello Sport. Ecco alcuni passaggi. «Con Ancelotti erano anni che avevamo contatti telefonici. Mi ha sempre colpito il suo equilibrio ma anche la sua educazione, perché quando intuiva che non ci sarebbero stati margini per trattative non insisteva. Sono fiero di aver individuato un uomo del suo livello, non solo professionale. L’altro giorno Carlo era a Ischia, mi ha telefonato entusiasta: Aurelio, io qui ci potrei restare anche sei anni».
Su Sarri. «tre anni fa credevo che sarebbe rimasto qua per un lungo periodo. Io avrei potuto anche trattenerlo perché aveva altri due anni di contratto. Ma era diventata solo una questione di danaro... di un contratto che andava adeguato. Però allora che senso hanno gli accordi già scritti? Eravamo già passati da 700.000 euro a 1.550.000. Poi una volta ho sentito dire: al prossimo accordo voglio arricchirmi. E mi sono chiesto: allora le dichiarazioni sull’amore per la città ?».
Su Insigne. «Non mi ha stupito. E’ un prodotto del Napoli e di Napoli, città complicata nella quale è più difficile che altrove essere profeta in Patria. Un altro, al suo posto, avrebbe potuto dire: ma chi me lo fa fare? E invece ha dimostrato di essere uomo, ha una testa per ragionare. E per me è uno di famiglia».
Sul rinnovo di Zielinski? «E' una partitura ancora tutta da scrivere e da immaginare. Il vero Zielinski non è stato ancora visto appieno e questa altalena forse genera in lui un’insicurezza a cui saprà ovviare».