Su Insigne. «E' il miglior calciatore italiano, e adesso crede in se stesso sempre di più. Si è scrollato di dosso le incertezze e le paturnie di chi deve essere protagonista nella squadra della sua città . Era questione di tempo, non di posizione. Lo avevo pensato trequartista, l’ho spostato come esterno offensivo ora sta più vicino alla punta. Ma l'ultimo passaggio è il dna che si sveglia e che ti urla “vai, spacca il mondoâ€. Questa è la sintesi di Lorenzo».
Su Jorginho. «Lui sa cosa chiedo, mi capisce al volo. L’avevo trovato a Napoli un po’ in bilico, ora il suo cartellino vale una tombola».
Su Mertens o Milik. «Dries lo abbiamo inventato prima punta ed è stato un trionfo. Milik, malgrado tutta la filosofia che è stata fatta, ha segnato 16-17 gol pur essendo reduce da due crociati. Di più non si poteva chiedere».