L'attaccante del Napoli Arkadiusz Milik ha partecipato a un programma Tv polacco assieme a Szczesny e il ciclista Lukasz Wisniowski.
Ha parlato della rapina subita. «È stato spiacevole, anche perché dopo la rapina ho ricevuto una decina di messaggi su Instagram in cui mi chiedevano che ora fosse... Mi sono sentito a disagio».
La precisazione: «Nessuno però mi ha mai puntato una pistola alla testa, anche se hanno descritto così la situazione. Però non è andata così. Napoli è una città normale, eppure fanno 'attenzione' agli orologi e ai gioielli. Per questo, forse, i napoletani non li mettono in mostra. In quell'occasione non mi aspettavo problemi, avevo l'orologio e poi non ero a Napoli bensì vicino la mia abitazione. Non me l'aspettavo, non essendo in città . So che anche Marek Hamsik ha vissuto per due volte una situazione simile. In un'occasione gli hanno restituito il maltolto, in un'altra occasione no. Insomma, aveva il 50% di chance (ride, ndr). Comunque ho deciso che ora comprerò un orologio giocattolo, come quelli di gomma che puoi mangiare».
Sulla sua carriera. «Ho giocato da ala esterna da quando avevo dodici anni fino a quando ne avevo diciassette. Ci ho giocato anche quando sono arrivato al Gornik Zabrze, ma poi l'allenatore dell'epoca mi spostò in avanti. Al primo allenamento mi capitò un uno-contro-uno contro Pazdan, mi distrusse. I calciatori della nazionale? In questo esercizio non sono il migliore, e nemmeno Lewandowski che preferisce dedicarsi al lavoro in area di rigore e al lavoro basato sulla forza. Dribbling? Forse Zielinski è tra i migliori, anche Grosicki se la cava grazie alla sua velocità ».