Il tecnico del Napoli Carlo Ancelotti ha rilasciato alcune dichiarazioni durante il simposio tecnico in FIGC sull'esperienza all'estero degli allenatori italiani: «Lavorare all’estero è difficile per la differenza linguistica, bisogna essere pronti perché l’aspetto umano e motivazionale è importantissimo tanto quanto quello tecnico».
«Le principale differenza tra i campionati esteri e la Serie A si trova nella preparazione tattica. In questo sono indietro ma dal punto di vista delle strutture e dell'ambiente sono avanti. Mi riferisco anche agli insulti che subisci in Italia, all'estero non accade. Noi allenatori italiano siamo molto ascoltati quando parliamo di tattica, però dovremmo essere bravi a imparare l’educazione allo sport che c'è all'estero, e purtroppo su questo aspetto siamo indietro».
«Il calcio di oggi richiede ai giocatori di saper fare tante cose. Forse solo riguardo al portiere resto convinto che deve prima di tutto sapere parare, poi se riesce a fare altro va bene. Il calcio è un gioco collettivo. i grandi campioni è vero che fanno vincere le gare, ma da soli non vincono se non sono supportati da una buona condizione fisica, una squadra e un'organizzazione. Una volta la differenza la faceva solo il talento. Sono fermamente convinto che il talento oggi senza organizzazione di base non basta».