Arriviamo sempre a un passo dal traguardo, ma poi quel passo non lo facciamo.
E' giusto sottolineare che non puoi dire nulla alla squadra dopo un girone così, ma è altrettanto vero che se non sei passato, qualcosa pure vorrà dire. E il match di Anfield l'ha detta: ci vuole un altro spessore quando giochi la Champions, soprattutto in quelle partite che valgono tutto o quasi.
Altro esempio: potevamo chiudere i giochi battendo il PSG in casa, ma abbiamo sbagliato un tempo e ci siamo ripresi solo dopo che eravamo andati sotto.
Infine contava riuscire a fare un sol gol a Liverpool, ma per un'ora siamo stati troppo timorosi e non ce l'abbiamo fatta.
C'è sempre una costante in questo Napoli: dà il meglio quando sente che il cammino è tutto in salita e sente profumo di impresa eroica, ma poi quando però l'impresa se la costruisce faticosamente e diventa a portata di mano, spesso si scioglie.
Il killer instinct non c'è.
Quello che ti fa sfruttare le occasioni ghiotte quando ti capitano, e che fa la differenza tra una grande squadra e una big. Se non c'è il killer instinct sei destinato a vivere spesso di rammarichi. E purtroppo il killer instinct non lo insegni ne' lo impari. Puoi solo comprare chi ce l'ha.