SUL MERCATO. «Le voci su Piatek, Cavani o altri non mi importano. Io sto bene, sono felice di giocare con continuità , segno e faccio assist. Ma posso migliorare col destro o con la testa. Sto migliorando tanto. Posso dare sempre di più al Napoli».
SUI GOL DECISIVI E MANCATI. «Quando sono tornato a Bergamo, mi sono ricordato che ci giocai prima dell'infortunio, e mi venne un'emozione stana... Sono andato in panchina, poi entro e segno. È stata la svolta della mia stagione. Purtroppo è andata diversamente a Liverpool. Dopo la partita, in hotel, Ancelotti si è avvicinato e mi ha detto di non pensarci troppo. Aveva ragione. Il calcio è questo: non possiamo riflettere troppo sul pazzato. In quel momento pensavo alla partita successiva col Cagliari: segnai al novantesimo su punizione... Le tiro da quando ero all'Ajax. Restavo in campo a fine allenamento per esercitarmi. Purtroppo al Napoli per due anni non ho avuto la possibilità di dimostrarlo».
SULLA RAPINA. «Da allora non rischio più. Non mi sono mai sentito minacciato a Napoli, quell'episodio non ma influenzato. Non ci sono stati traumi, ma mi sono sentito strano per alcuni giorni. Sono rimasti scioccati di più la mia famiglia e la mia ragazza che era in auto con me. Ho sempre cercato di stare attento, i miei compagni mi avevano spiegato queste situazioni, ma in quel momento ho dovuto dar via il mio orologio. Da allora non lo indosso più e neppure loro: lo facciamo solo in posti sicuri».
RINNOVO. «I negoziati non sono ancora iniziati, ma lo faremo presto. Oggi non c'è nulla, ma considero l'idea di rinnovare. Qui sto bene e mi concentro sul presente. Uno degli obiettivi era la Coppa Italia, purtroppo abbiamo perso col Milan. Non sottovalutiamo l'Europa League, vogliamo arrivare in alto».