«Il nome Pibe de oro nasce durante il periodo in cui ero a Napoli, mi fu dato per tutto quello che sono stato per la città . Andai via da Barcellona perché litigavo con il presidente Nunez, ma non c'erano squadre disposte a comprarmi. Il Napoli fu l'unica che si fece avanti, fu un miracolo portarmi in Italia».
«L'infanzia è stata complicata, perché eravamo in 7 e lavorava solo mio padre. Dormivamo tutti nella stessa stanza, non avevamo la televisione e mangiavamo accanto a dove dormivamo. Mio padre è stato un grande, non so come riusciva a farci mangiare tutti e talvolta per nutrire noi evitavano di farlo lui e mia madre. Non ho avuto giocattoli da piccolo, ma amore. Speravo sempre che mio padre potesse giocare a pallone con me, ma non poteva perché si alzava alle 4 del mattino per andare in fabbrica».
«Ho esordito presto nell'Argentina perché lì si arriva prima a giocare nelle prime squadre rispetto ad altri paesi. A 16 anni il mio sogno era fare gol al mondiale. A letto ci si pensa sempre, e si spera di poter fare il gol più bello di tutti. A me poi è successo 10 anni dopo, quando di anni ne avevo 26 e vincemmo in Messico».
L'amore per le donne. «Mi sono sposato solo una volta, e Claudia la ricordo sempre perché è stato il mio primo amore. Adesso ci sono di mezzo i giudici per via di cose che non vuole darmi ma che io ho vinto nel campo. Purtroppo le mie figlie sono dalla parte della mamma. Adesso sto con Rocio, della quale sono tremendamente innamorato. Ma Rocio sa che così come amo lei posso amare un'altra donna domani, sono fatto così: non mi hanno cambiato a 15 anni figurarsi ora a 56 anni. Però se Rocio la pensa come me l'ammazzo (ride, ndr). Figli? Lei è ancora piccola. La incrociai per strada e le feci un occhiolino... poi le ho offerto un gelato ma rifiutò, poi tramite un amico ho invitata a cena, poi a qualche festa e piano piano l'ho conquistata».
«A Diego Jr avrei sempre voluto vederlo, ma poi ogni volta mi fermavo. Però quando l'ho conosciuto davvero, me ne sono innamorato subito. Adesso sta con me, lavora con me. Mi sta vicino. Quando faremo in Arabia e in Dubay l'Accademia Maradona, lavorerà con me. Il mio rimpianto è che ho riconosciuto tardi Diego jr e ho perso tanti anni di vita con un figlio meraviglioso».
Sulla camorra: «Durante una conferenza stampa un francese disse che mi aveva pagato la camorra. Cosa falsa, mi fece ridere... La camorra voleva solo che noi calciatori regalassimo alla città lo scudetto, si comportavano con noi in maniera diversa dalle persone comuni. E' capitato diverse volte che sono uscito con dei camorristi, ma non sapevo che lo erano perché tanta gente mi faceva le foto e io non potevo chiedere il numero o il documento. Poi giorni dopo uscivo sui giornali coi camorristi. Alla camorra non ho mai chiesto nulla, però loro mi assicuravano che nessuno avrebbe mai toccato i miei figli. Effettivamente così è stato, me lo promise Carmine Giuliano, l’unico con cui ho parlato».
Sulla battaglia col Fisco. «Chi mi ha fatto dei contratti va tranquillo, mentre quando arrivo io in Italia mi tolgono di tutto. Ferlaino cammina tranquillamente per la città . Anche Alemao e Careca avevano lo stesso mio contratto, ma se la prendono solo con me. Per me è assurdo che dopo aver lasciato la vita a Napoli, non posso fare più niente in Italia».
Stoccate a Icardi: «Sarà pure un grandissimo giocatore, anche se secondo me Batistuta vale dieci volte Icardi. Però quello che non accetto è che sia un traditore. Uno che va a cena con l'amico e poi gli soffia la moglie cos'è? Quello che ha fatto a Maxi Lopez nella vita si paga».
Mano tesa a Pelè: «E' stato grande, non mi piace litigare con lui».
I due Papi: «Francesco deve continuare a stare lì in alto. Io ho conosciuto anche l’altro papa ma non trasmetteva niente rispetto a Bergoglio, che sta facendo delle cose che sono da fuoriclasse».
Il sogno? «Vorrei che Dio mi riportasse a quando avevo 25 anni per poter giocare a calcio ancora. Sarei l’uomo più felice del mondo».