L'ex capitano Marek Hamsik ha concesso una intervista a Il Mattino, poche settimane dopo il suo addio al Napoli. «Certo che mi manca la città , mi mancano la squadra, gli amici, il cibo. Quella è casa mia, lo è stata per dodici anni. Mi manca sentire il San Paolo, il tifo della gente. Mi manca una partita come quella contro la Juve che è in grado di dare delle sensazioni uniche e straordinarie come poche altre. Ma ritornerò per salutare i miei tifosi come si deve».
Sulla trattativa lampo. «E' stato tutto rapido, improvviso. In poche ore ho detto sì e ho parlato ai miei compagni. Quando sono uscito dal campo con la Sampdoria non sapevo come sarebbe andata a finire. Se fossimo rimasti in lotta per lo scudetto può darsi che non sarei andato via perché vincere lo scudetto al Napoli, rendere felici i napoletani, sarebbe stata una cosa incredibile che non mi sarei perso per tutto l'oro del mondo».
Il gap con la Juve. «Se guardo alla sfida dominata dal Napoli, direi proprio di no. Però poi pesano quei punti lasciati per strada nel corso del campionato. Loro non li perdono mai. L'anno scorso siamo arrivati a un passo dallo Scudetto, quella è una ferita che brucia ancora. Ma non abbiamo perso il albergo, le partite e i campionati si perdono in campo».
Sulla EuroLeague. «Si può arrivare fino in fondo, abbiamo le carte in regola anche se ci sono tanti avversari temibili come Chelsea, Siviglia, Arsenal, Benfica, Valencia. E guai a pensare che il Salisburgo sia un avversario facile. Non lo è. E lo devono capire soprattutto i tifosi napoletani che devono dare una grossa mano».
Il messaggio. «Vorrei essere ricordato a Napoli più che per i record di gol di Maradona e di quello delle presenze di Bruscolotti, vorrei essere ricordato come quello che ha tenuto alla maglia più di tutto il resto. La 17? Spero che la prenda un napoletano. Un giovane, bravo e pieno di entusiasmo».