«Ora sì, dopo due anni è veramente arrivato il momento di salutarsi. In Inghilterra sono pronto e felice di iniziare una nuova avventura; sono tanti i pensieri che mi invadono la mente ed il cuore e metterli in ordine in poche righe non è semplice. Grazie Napoli. Grazie al Presidente, alla Società , a Benitez, Bigon, Giuntoli, a tutti i componenti dello staff e i compagni di squadra di questi venticinque mesi vissuti insieme in Italia e in Europa».
Poi prosegue: «Grazie ai tifosi napoletani, unici e meravigliosi, per i tantissimi messaggi che mi state inviando sui profili social, prometto che proverò a leggerli tutti. Grazie per aver sempre fatto sentire la mia famiglia a casa e per avergli donato il vostro cuore. Contento ed orgoglioso di essere stato amato per quello che sono veramente dentro e fuori dal campo e non per come gli altri volevano che fossi, esuberante, sorridente per forza; nel bene e nel male sono sempre stato me stesso. Ho apprezzato tanto il vostro modo di supportarmi e di incoraggiarmi, sia nei momenti belli che in quelli meno felici e non dimenticherò mai la vostra accoglienza all'aeroporto».
L'ultimo pensiero invece è a chi lo ha criticato, ovvero a «coloro che mi hanno spesso e volentieri criticato etichettandomi come un calciatore con poca personalità e carisma, incapace di reggere le pressioni della grande piazza e del grande club. Beh, che dire, non amo rispondere a parole ma preferisco far parlare i numeri. Nel calcio i numeri sono tutto e fotografano la realtà dei fatti, con la maglia azzurra ho realizzato 25 reti in 3119 minuti, un gol ogni 124 minuti. Ciao Napoli, è stato bello. Un abbraccio Manolo».
Aggiungiamo una cosa ai dati che giustamente ha evidenziato Gabbiadini. Una cosa che sottolineammo già ad agosto: sebbene abbia avuto una sua ottima media realizzativa, durante la gestione Sarri i suoi gol spesso e volentieri non sono risultati decisivi, se non proprio gli ultimi che ha realizzato quando ormai aveva la valigia pronta.
Dei 9 gol fatti la scorsa stagione, solo 2 su 9 hanno effettivamente inciso sul risultato (contro Verona e Bologna, finite 3-0 e 6-0), mentre 7 li ha fatti con il Napoli già in vantaggio e quindi con gli spazi nella metà campo avversaria più aperti. Se si trattava invece di scardinare la difesa avversaria invece la cosa era più complicata.
Quest'anno la situazione è stata più particolare. Ha messo piede in campo per 13 partite di campionato, la metà delle volte giocando più di un tempo. Ha fatto solo 3 gol, però sono stati tutti determinanti: l'1-0 in Napoli-Chievo, e poi gli ultimi gol segnati ovvero il rigore di Firenze e il pareggio momentaneo con la Samp.
Ma quel che conta di più è che non ricordiamo una partita in cui Gabbiadini abbia trascinato la squadra (solo col Monaco in amichevole). Ce ne ricordiamo molte in cui lo ha fatto Mertens. Del resto se il belga ci ha messo un amen a prendersi il posto da centravanti e non lasciarlo più, non è perché Sarri è impazzito.