Un momento migliore per ritrovare se stesso non poteva esserci per Milik, visto che risolleva il Napoli da una situazione che si stava facendo paludosa anche contro il Verona.
Vedremo col Salisburgo se i brutti pensieri sono stati cacciati definitivamente via.
Per la sfida contro gli scaligeri, Carlo Ancelotti ha cambiato un po' di carte in tavola (anche in vista della Champions), proponendo in attacco la coppia inedita Insigne-Milik, con Younes e Callejon ai loro lati. In panchina Mertens e Llorente.
Altra novità in difesa, dove Di Lorenzo si è sistemato a sinistra, con Malcuit a destra.
NAPOLI (4-4-2): Meret, Malcuit, Manolas, Koulibaly, Di Lorenzo, Callejon, Allan, Fabian, Younes, Insigne, Milik. All. Ancelotti
VERONA (3-4-2-1): Silvestri; Dawidowicz, Kumbulla, Gunter; Faraoni, Amrabat, Veloso, Lazovic; Pessina, Zaccagni; Stepinski. All. Juric
La tattica del Verona è subito evidente: tantissimi uomini sulla metà campo (anche 7), per portare un pressing alto e feroce sui palleggiatori azzurri, che dopo 1 secondo finiscono per ritrovarsi sempre avversari due addosso. La tattica gialloblù soffoca il Napoli, che fatica a scrollarsi di dosso l'avversario, e ci riesce solo quando verticalizza rapidamente a scavalcare la linea Maginot.
Per un quarto d'ora si vede davvero pochino, solo un tiro di Allan che scalda le mani a Silvestri (8'), e una inzuccata di Di Lorenzo (12').
Chi rischia grosso però è il Napoli, perché al 17' San Meret compie tre parate nel giro di 5 secondi, su Lazovic, Pessina e Zaccagni (che un po' lo agevolano tirandogli anche addosso). Al 19' il portiere azzurro si ripete anche su Zaccagni.
Il Napoli fatica tremendamente a costruire azioni con un filo logico, anche perché Insigne si vede pochino mentre Younes non è affatto brillante ne' reattivo.
Un Napoli decisamente bruttino, che eppure raccoglie più frutti di quanto seminato: infatti al 37' Callejon, largo a destra, premia l'inserimento di Fabian che crossa subito in mezzo, dove Milik è pronto a bruciare Faraoni sul primo palo e insaccare, 1-0.
Quello che accade subito dopo il gol, fa capire che il Napoli ha un problema soprattutto nella testa, perché una volta segnato improvvisamente trova cattiveria e intensità . E il gol trasforma soprattutto Milik, che si propone, difende palla, la smista e dà battaglia. Un altro giocatore rispetto ad un attimo prima.
Peccato che il primo tempo duri solo altri 5 minuti, durante i quali gli azzurri non sfruttano la scia.
E' un Napoli più solido, che rischia zero e colpisce ancora, di nuovo con Milik. Punizione dalla fascia di Insigne, Milik si fionda sul primo palo e con una zampata insacca da due passi, 2-0.
Solo a questo punto il Napoli ricade in qualche errore del passato, abbassando la guardi pericolosamente. Intanto Ancelotti richiama Insigne per Mertens, poi Milik (standing ovation) per Llorente.
La nuova coppia offensiva confeziona subito un'occasionissima: cross di Malcuit, testa di Llorente e paratona di Silvestri, Mertens si avventa sul pallone e stampa il palo (quarto legno stagionale per lui).
Nota finale per Tutino, che debutta al San Paolo in Serie A e rischia pure di farci gol al 0', anche se sarebbe stato annullato per fuorigioco.