Su Milik. «Aveva avuto un problema fisico che gli ha fatto perdere un po' di preparazione, mentre adesso sta ritrovando condizione e fiducia. Il gol che ha fatto in Nazionale è stata la chiave per cambiare la chimica. Come è stato importante anche Llorente quando è entrato».
Sulle critiche per ci cambi continui. «Abbiamo la fortuna di avere giocatori che non sono specialisti, ma sono completi e possono giocare ovunque. Dipende dall’interpretazione della partita. Zielinski a sinistra rispetto a Fabian può essere più efficace. Dipende dalla gara. È vero che qualcuno può pensare che questo cambio di posizione può penalizzare la personalità , ma la personalità della squadra è molto chiara».
Su Allan quasi regista. «Allan è un grandissimo giocatore, e dire che non può fare il play è riduttivo. Come Llorente non è solo forte di testa. Non è Pirlo o Zielinski, ma la costruzione del gioco non dipende solo da un giocatore ma anche da chi è libero sul campo».
Su Insigne: «Era già tutto chiarito prima, il giorno dopo la tribuna di Genk. Doveva tornare ad allenarsi come fa sempre. La sua serenità è importante per il gruppo, perché è il capitano del Napoli».
Su Younes. «Ha fatto un po' fatica nella prima parte, meglio nella ripresa. Ha preso un colpo ed è uscito. E' cresciuto molto e si è reso pericoloso».
Su Ibrahimovic, con tono scherzoso. «Lo chiamo stasera (ride ndr). Siamo qua ad aspettarlo se vuole venire. Guardiamo le statistiche della MLS, lo seguo con molto affetto, in 29 partite ha fatto 30 gol. In 58 totali ne ha fatti 52. Dopo che l’ho chiamato vi dico tutto (scherza ndr)».