Di Lorenzo 6.5: Assist delizioso per Milik. Continua ad essere una piacevole conferma.
Manolas 6: Serata tranquilla, condita da un grossolano errore in fase di palleggio nella ripresa.
Koulibaly 6.5: Uno dei pochi osannato sin da subito dal pubblico. Infervoratissimo, anche perché per lui è la sfida dell'ex. Fantastico lo stacco che sbatte sulla traversa dopo 90 secondi, e pure l'imbucata che innesca Fabian in occasione del rigore del poker. Giallo inutile all'80.
Mario Rui 6: Con Ito trova un cliente scomodo, e talvolta lo perde. Quel lato è il più battuto dai giocatori del Genk, e gli tocca bel lavoro. Il giallo che si becca sul 4-0 è da sciocchi.
Allan 6.5: Non è in condizioni smaglianti, ma non serve neppure correre chissà quanto contro i modesti belgi. Fa l'essenziale, ed è perfetto il lancio per Callejon che si procura il rigore.
Fabian Ruiz 5.5: L'erroraccio al 16' (e non sarà il solo) conferma che vive un momento di buio. Sempre l'ultimo a rientrare, con comodo.
Zielinski 6: Il migliore della partita di Udine, contro il Genk bada al sodo.
Mertens 7: Mentre Milik si scatena, lui farà il primo tiro solo al 56'. Eppure anche fino a quel momento risulta tra i migliori per l'atteggiamento feroce, che lo spinge anche a rincorrere l'avversario fino alla nostra tre quarti. Poi infila il rigore del poker.
Milik 7.5: L'uomo che con qualche gol avrebbe potuto salvare Ancelotti, ma quando aveva cominciato a sbloccarsi, s'è fatto male ed è rimasto fuori 3 settimane. Torna lui e segna una, due, tre volte.
Gaetano sv: Auguri a lui per il debutto in Champions.
Llorente sv:
Lozano sv:
ALLENATORE
Ancelotti 6.5: Il voto alto si riferisce a tutto il cammino in Champions, e stop. Ci porta agli ottavi, e almeno un obiettivo lo raggiunge. Riguardo alla partita, va detto che era davvero difficile non vincere contro questo Genk, che oltre ad essere inferiore fa pure gentili omaggi. Va sottolineata invece la fase difensiva del Napoli, a tratti indecente, tanto che facciamo arrivare l'avversario 3 volte solo davanti al portiere. Questo conferma la fragilità dell'organizzazione di gioco azzurra.
di Stefano Mastro