«Oggi dovrebbero esserci delle audizioni presso il comitato tecnico-scientifico riguardo al protocollo per la ripresa della Serie A. Il comitato ha ritenuto il protocollo non sufficiente, ma ci stanno lavorando. La definizione del sentiero per la ripresa del campionato? Sono convinto che entro questa settimana il comitato tecnico-scientifico ci dirà se il protocollo per gli allenamenti è attuabile, in tre giorni diremo alla Lega Serie A se potrà ripartire con gli allenamenti. Inutile fare pressioni sul Governo per la ripresa del campionato, lo faremo quando il comitato ci dirà di più sulla curva dei dati legati all'emergenza».
«Voglio precisare però che noi abbiamo sempre parlato di ripresa degli allenamenti, il che non significa una ripresa del campionato. Se non si vuole l’incertezza, ci si può fermare come hanno fatto Olanda e Francia. Personalmente il sentiero per la ripresa del campionato lo vedo sempre più stretto. Ma almeno sarà importante consentire gli allenamenti ai calciatori che sono fermi da settimane: se fossi nei presidenti, mi organizzerei per ripartire in sicurezza in vista del prossimo campionato a fine agosto».
«So benissimo che il calcio paga tasse allo stato che alimentano il fondo dedicato agli altri sport. Sarei un folle a demonizzare il calcio. Ma avere fretta sulle date è impossibile: non posso dire se a metà giugno si potrà riprendere. Da parte di alcuni si pensa solo a salvare delle società in difficoltà . Anche se questo è pure un mio interesse, è necessario che ciò avvenga in sicurezza».
«Dobbiamo pensare che per la disputa di una singola partita vengono coinvolte centinaia di persone che lavorano negli stadi, negli alberghi e nei trasporti. E se riprendiamo e c'è un nuovo positivo cosa facciamo?»