«Gli anni al Capri a me paiono l'altroieri. E' stata una storia incredibile. Però quando è arrivata la chiamata, non potevo dire di no al Napoli. Bonacini fu eccezionale, non mi chiese nemmeno la penale che era prevista a contratto. Ci rimase subito male ma dopo capì, fra di noi è rimasta una profonda stima e amicizia, gli voglio bene».
I colpo di genio. «Sul mercato tutti cercavano i giocatori classe '93 perché facevano minutaggio e questo ti portava soldi. Però costavano una follia, l'Inter per un portiere del '93 mi chiese 250mila euro. Così decidemmo di rinunciare all'introito da minutaggio, e aspettammo l'ultimo giorno di mercato per andare sui '92, che nessuno voleva perché non portavano soldi. Presi Struna e mi regalarono Embalo, ma anche Gatto e Suagher. Poi toccò al portiere. Venni via da Livorno, dove avevamo giocato la prima gara, e alle 4 di notte arrivai a Milano per l' ultimo giorno di mercato. Avevo l' accordo con Belec che però scelse la Turchia. Per non restare a piedi fermai sia Gabriel che Kelava, meglio due che nessuno. Con 40 mila euro, grazie a Beppe Riso, ne presi due che avevano ingaggi da 600mila euro. Diciamo che andò bene».